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Malagrotta aperta fino ad aprile La decisione è già stata presa

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Il dossierIl Parlamento Ue svela la data programmata per la chiusura «Ruolo e poteri del commissario Sottile inadatti e controproducenti»

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Finoad aprile. Da tempo si parla della possibilità di rinviare la chiusura della discarica, inizialmente prevista per il 31 dicembre. In realtà, la proroga era già stata prevista. È scritto nero su bianco nel dossier preparato dalla commissione Petizioni del Parlamento europeo, che a fine ottobre ha ispezionato l'area: «Malagrotta è uno dei siti più grandi d'Europa e dovrebbe essere stata chiusa. Ora è previsto che chiuda nell'aprile 2013». Per il parlamentari Ue, guidati da Erminia Mazzoni, già a ottobre scorso non era un mistero che le autorità italiane avessero programmato di rinviare la chiusura di Malagrotta di quattro mesi. Il rapporto stilato dall'olandese Judith Merkies e dalla danese Margrete Auken non è affatto tenero: «La situazione nel Lazio è disastrosa». Sul banco degli imputati è finito il commissario all'emergenza Sottile: «Il ruolo e l'autorità del commissario speciale - si legge nel rapporto - sono inadatti e i poteri emergenziali sono controproducenti e in flagrante violazione di molti aspetti della legislazione Ue sui rifiuti». La delegazione si oppone anche alla realizzazione della discarica provvisoria a Monti dell'Ortaccio. I parlamentari europei affondano il dito nella piaga sul rimpallo di competenze tra le autorità locali. L'unico ad essere risparmiato è il Comune: «Lo spettacolo di aperte divergenze tra le autorità regionali e provinciali è vergognoso e deve essere risolto». Alla fine il Parlamento Ue chiede alle autorità nazionali e regionali di mettere in sicurezza Malagrotta, «evitando ulteriori danni all'area». La replica di Colari, che gestisce Malagrotta e Monti dell'Ortaccio, è immediata: «Bisogna attendere le decisioni del prefetto Sottile. Confidiamo che le miriadi di approfondimenti tecnici, assieme alle più che precauzionali scelte progettuali adottate, dissipino ogni perplessità circa la conformità del progetto ad ognuna delle disposizioni comunitarie». Anche l'impianto di trattamento di Ama non è stato risparmiato dai parlamentari Ue: «Si trova in un luogo sbagliato (sulla Salaria, ndr)», e costringe le popolazioni a sopportare «odori disgustosi». Il rapporto presentato ieri è solo un primo documento. Il testo definitivo verrà approvato a febbraio. Erminia Mazzoni sottilinea che adesso «lo sforzo deve tendere a trovare soluzioni in applicazione del principio di sussidiarietà delle istituzioni europee, che scatta quando c'è un'inadempienza dell'ente territorialmente più vicino».

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