Legge inadeguata L'impasse si supera solo con decreto
Stiamoaumentando rapidamente la raccolta differenziata che avevamo trovato al 17% nel 2008 e che, grazie all'estensione nel IV Municipio della raccolta porta a porta, passerà al 30% alla fine di quest'anno, per poi arrivare al 40% alla fine del 2013 e al 50% alla fine del 2014. Stiamo portando al massimo la capacità degli impianti di trattamento dei rifiuti, sia pubblici che privati, per ridurre al minimo e poi azzerare la presenza di rifiuti tal quali che, solo provvisoriamente e per pochi mesi, potranno essere portati fuori Regione in base a una gara internazionale che stiamo espletando in queste settimane. Infine, tra pochi giorni approveremo in Giunta capitolina una delibera per consentire ad Ama di creare una società mista a maggioranza privata per lo smaltimento dei rifiuti. In questo modo la nostra società per i servizi ambientali potrà occuparsi non solo della raccolta dei rifiuti ma anche del loro smaltimento, governando l'intero ciclo senza l'eccessivo condizionamento di interessi privati e senza il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio. Quindi non stiamo affatto gettando la spugna, ma ci stiamo assumendo tutte le nostre responsabilità secondo quanto previsto dalla legge. Il commissario governativo deve infatti intervenire su problemi che sono al di sopra delle nostre teste, perché riguarda ambiti territoriali più vasti del nostro comune. Non può essere certo Roma Capitale a decidere se e dove collocare impianti in altri territori comunali nell'ambito della Provincia di Roma: se l'Ato è esteso a tutta la Provincia è fin troppo evidente che le responsabilità principali di questa scelta ricadono sugli inquilini di palazzo Valentini, fermo restando l'obbligo di tutti ad una collaborazione interistituzionale. In altri termini, è del tutto fuori luogo che esponenti politici del centrosinistra cerchino di scaricare sulle spalle di Roma Capitale colpe che non possiamo avere. Non vogliamo aprire polemiche su un tema così delicato, che richiede collaborazione da parte di tutti, ma non possiamo accettare accuse da parte di chi ha gravi responsabilità per le scelte del passato e per le difficoltà di dare risposte nel presente. La nomina di un commissario non può essere certo intesa come un modo per lavarsi le mani di un problema così importante per i romani. Al contrario, la presenza di un decisore ultimo deve essere lo strumento per fare tutti quanti del nostro meglio per evitare ogni rischio di emergenza rifiuti nella nostra città. Gianni Alemanno