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Imprese in via di estinzione

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Pil e credito in calo. Lo Stato non paga aziende e fornitori Allarme delle Pmi: in 8 mesi hanno chiuso 715 industrie

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Èquesta la fotografia da brividi della crisi economica nel Lazio. Nel corso dell'assemblea sul credito, il presidente della Piccola industria di Unindustria Angelo Camilli lancia il grido d'allarme: «Il Pil regionale chiuderà il 2012 in calo del 2%, per poi portarsi poco sotto lo zero nel 2013 e tornare a crescere solo nel 2014. Nei prossimi mesi, la disoccupazione raggiungerà livelli a due cifre. La tendenza è al rialzo». Inoltre, le Pmi vantano crediti per oltre 10 miliardi con le Pa ed è proprio l'indebitamento delle amministrazioni ad aver messo in difficoltà 14.700 imprese del Lazio. «Un quadro fortemente incerto, in cui l'unica nota incoraggiante è data dalle esportazioni che, seppur in rallentamento dall'inizio dell'anno, a settembre segnano un +1,6% - dice Camilli - Il credit crunch assume un ruolo decisivo. Nel primo semestre dell'anno i prestiti alle imprese sono diminuiti dell'1,1% e il dato scende fino al -2,3% se si guarda solo alle piccole. Al tempo stesso, la domanda di credito si riduce spinta in basso del calo della spesa per investimenti». Il fattore che incide di più sulla richiesta di credito è il ritardo dei pagamenti della Pa: oltre 10 miliardi di euro. «È necessario che si agisca il prima possibile, perché ogni giorno di ritardo mette a rischio la sopravvivenza di un numero sempre maggiore di imprese. I fallimenti nel Lazio continuano a crescere - conclude Camilli - Nei primi sei mesi dell'anno hanno chiuso 715 imprese, un terzo a causa dei mancati pagamenti della Pa». In otto mesi - tra novembre 2011 e giugno 2012 - i prestiti alle imprese si sono ridotti di 32 miliardi di euro. Camilli sottolinea che «in Italia il Pil diminuisce ormai da oltre dodici mesi e nel terzo trimestre di quest'anno è risultato in calo del 2,4%. Questo ha una conseguenza sull'occupazione e sulla perdita di potere d'acquisto e dei consumi delle famiglie». «In un momento di mancanza di liquidità, si potrebbe e dovrebbe destinare alla patrimonializzazione dei consorzi fidi i fondi europei attualmente sottoutilizzati. L'impiego per il periodo 2006-2013 si ferma al 50%: 350 milioni su 700. Non possiamo più permetterci simili sprechi», dice Camilli. Una delle richieste alla Regione è «rivedere la politica di patrimonializzazione e di mettere a disposizione contributi adeguati. I 4 milioni stanziati nel Lazio per il rafforzamento dei Confidi, di cui solo 2 erogati, risultano offensivi se confrontati con i 25 della Toscana e gli oltre 100 della Lombardia. Chiederemo alla prossima giunta regionale almeno 50 milioni per il rafforzamento patrimoniale dei Confidi».

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