Polverini taglia 20 consiglieri
Ildecreto che indice le elezioni regionali il 10 e 11 febbraio è stato firmato dalla governatrice Polverini ieri mattina. Un sollievo per il centrosinistra. E per tanti altri. In questo modo infatti si allontana la possibilità di un election day legato anche alle politiche e alle comunali. Un sollievo di breve durata però. Il decreto infatti fissa a 50 il numero dei consiglieri e a 10 gli eleggibili nel listino bloccato collegato al presidente. Numeri destinati a cambiare non solo i costi della Pisana ma il suo assetto politico. Per i partiti infatti non poter eleggere venti consiglieri rappresenta un problema interno ed esterno. «Come avevo già detto ho stabilito che si voti per 50 consiglieri e non temo ricorsi - ha precisato la Polverini - voglio ricordare che la sentenza del Tar, che il Consiglio di Stato ha confermato, addirittura parlava di danno erariale nel caso in cui ci fosse stato un mio decreto a 70 consiglieri. Mi pare dunque ovvio che non potevo che fare ciò che fatto. Proporzionalmente ho anche indicato la riduzione del listino da 14 a 10 e poi ci sarà la nuova ripartizione per le province. Ricordiamo che c'era stato un dibattito sulla loro riforma, ma tutto cambierà dal 2013». Sulla necessità di un passaggio in Consiglio regionale per la modifica dello Statuto secondo la governatrice «il decreto risolve la situazione. Anche perché non credo ci siano i tempi tecnici per passare in Consiglio. Prendo però atto del fatto che il centrosinistra ha fatto il possibile per evitare di assumersi la responsabilità di 20 consiglieri in meno, dimostrando ancora una volta che da un lato dice delle cose e dall'altro si contraddice con ciò che fa». Il primo ad annunciare ricorso è stato il presidente dei Verdi nel Lazio, Nando Bonessio: «Se la convocazione del voto è per 50 consiglieri i primi dei non eletti potrebbero fare ricorso e stravolgere la legislatura appena nata. E anche se si vota per 70 sono possibili dei ricorsi. Dobbiamo evitare tutto questo e lo si può fare con un pronunciamento definitivo del Tar o della Corte costituzionale». Il ricorso dunque è alle porte prima e dopo il voto, indipendentemente dal numero dei consiglieri eletti. «Polverini sa perfettamente che non può cambiare lo statuto, non si può sostituire alla volontà del consiglio e alla democrazia - dice il consigliere regionale Lista Bonino, Giuseppe Rossidivita - senz'altro l'ordinamento fornisce strumenti, tra cui il ricorso al Tar, per reagire rispetto a questa situazione». Di decisione sbagliata parla anche Sel con il capogruppo alla Pisana, Luigi Nieri mentre per l'ex assessore alle Riforme istituzionali, Donato Robilotta (Pdl), «sicuramente il decreto sarà impugnato, perché sulla normativa statale prevale quella statutaria». Intanto la governatrice gioca le carte rimaste e alla domanda se si ricandiderà replica con un laconico «vedremo». Una minaccia «letale» per i cittadini, secondo il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino che aggiunge: «Il decreto conferma che per due mesi la Polverini ha tenuto in ostaggio la Regione». Curioso che non ci sia alcun esponente del Pd ansioso di commentare invece la riduzione dei consiglieri.