L'ingegnere rosso che studiò dai Gesuiti
Ilnonno Alfio, partigiano, sul finire della guerra partecipò alla liberazione dell'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini dal carcere di Regina Coeli poco prima che Roma divenisse una Città aperta. Lo zio Alvaro, sostenitore delle tesi di Antonio Gramsci, regalò al partito comunista Botteghe Oscure, lo storico palazzo romano che ne divenne sede e simbolo. Nonostante la famiglia sia di origini umbre (di Città della Pieve per la precisione), i Marchini si affezionarono subito al Cupolone, tanto da divenirne colonna portante del tessuto economico. L'istrionico zio Alvaro (sempre lui!) si sentiva talmente "romano de' Roma" che della Roma (calcio) divenne presidente negli Anni Settanta; mentre il giovane Alfio era a lezione dai gesuiti e poi, durante l'università (a La Sapienza) faceva la gavetta nelle imprese edili di nonno Alfio. Mentore e maestro. Morì improvvisamentenel 1988 e così il nipote-discepolo, non ancora laureato ingegnere, si ritrovò a capo dell'Impero Marchini. Dalle costruzioni allargò il business all'energia, ai servizi, alla finanza. Nel 1994 si ritrovò nel cda della Rai e dopo un mese diventò presidente di Sipra, la concessionaria di pubblicità della radiotv pubblica. Quindi, dal 1995 al 98, amministratore delegato della spa Roma Duemila. Qualche giro di valzer nei board delle grandi banche e il debutto internazionale con la fondazione dello Shimon Peres Center For Paece. Con George Bush Senior, Mikhail Gorbaciov e Kofi Annan fa inoltre parte del «Non Governamental Peace Strategies Project», organismo che promuove un'alleanza tra pubblico e privato per la globalizzazione. Alessandra Zavatta