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Appello della Diocesi Salvare gli ospedali con i tagli agli sprechi

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Il 22 mobilitazione per salvare Cto Oftalmico, Forlanini e S. Filippo Neri

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L'appelloal nuovo commissario Enrico Bondi arriva stavolta dalla Diocesi di Roma. Ed è un appello pieno di preoccupazione dopo il taglio del 7% al budget delle strutture private accreditate e religiose deciso con i decreti 348 e 349. Un colpo di mannaia che avrà conseguenze drastiche: lo stop dal 6 dicembre delle prestazioni specialitiche degli ospedali classificati aderenti all'Aris e 800 lavoratori a rischio nel 2013. Per non parlare dell'effeto devastante dei tagli su Policlinico Gemelli e Campus Biomedico. Una situazione insostenibile figlia di una visione ragionieristica della sanità e di un risanamento inteso solo come tagli lineari, senza alcuna prospettiva di riorganizzazione del sistema. «Seguiamo con attenzione e apprensione la situazione di crisi che si è venuta a determinare nella sanità del Lazio e che rischia di compromettere irreversibilmente il prezioso servizio svolto dagli ospedali religiosi a tutela della salute dei cittadini». afferma monsignor Andrea Manto, direttore del Centro diocesano per la pastorale sanitaria, sul settimanale diocesano Roma Sette in edicola oggi con il quotidiano Avvenire, in merito all'allarme lanciato dall'Aris Lazio, dal Policlinico Gemelli, dal Campus Bio-Medico dopo l'approvazione del decreto Bondi. «Siamo consapevoli - prosegue monsignor Manto - che è in gioco la sopravvivenza delle strutture sanitarie ed esprimiamo la nostra particolare vicinanza a tutti gli ammalati, ai lavoratori e alle loro famiglie. I pur necessari interventi di riduzione dei costi devono andare a colpire gli sprechi e le inefficienze e non a mortificare molte tra le migliori realtà della sanità nella nostra regione». Tutto il mondo della sanità si mobilita per scongiurare chiusure ed evitare il blocco del sistema. C'è chi, come il segretario generale nazionale della Uil Fpl Giovanni Torluccio, scrive a Sua Santità Benedetto XVI per chiedere un intervento sulla drammatica situazione dell'Idi: «Una Sua autorevole parola avrebbe un effetto incomparabile per sollecitare gli interventi doverosi e necessari a restituire la serenità ai lavoratori ed alle loro famiglie, ai pazienti che temono di perdere un punto di riferimento indispensabile, nonché ad avviare il risanamento e il rilancio dell'Istituto. È indescrivibile - si legge nella lettera - la situazione che troviamo tutti i giorni quando andiamo a portare la nostra solidarietà ai lavoratori che si sono asserragliati sul tetto dell'Idi: disperazione per le difficoltà economiche che stanno diventando insostenibili, paura per il futuro perché nessuno conosce la situazione reale del Gruppo». Il sindacalista denuncia inoltre poi «l'immobilismo e l'insensibilità» delle istituzioni politiche e amministrative. Il senatore Pd Ignazio Marino parla di «attività a rischio» e per evitare la chiusura dell'Istituto invita il ministro Balduzzi, Bondi e magistratura a trovare una soluzione per sbloccare i conti sequestrati e pagare gli stipendi. Domani è in programma il tavolo di confronto convocato da Balduzzi con Idi e Regione. L'obiettivo è sbloccare i 7 milioni bloccati sul conto della Asl RmE e altri 37 milioni pignorati su richiesta dei creditori dal giudice delle esecuzioni del Tribunale di Roma. Una richiesta sostenuta anche dal senatore Pdl Stefano De Lillo. Intanto dalla Regione non arrivano buone notizie. Come annunciato, Bondi ha intenzione di procedere nella politica dei tagli. Con vittime eccellenti: Oftalmico, Forlanini, San Filippo Neri e Cto. A rischio anche Eastman e Nuovo Regina Margherita. Contro le decisioni del commissario il 22 dicembre Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato una grande mobilitazione unitaria per scongiurare i tagli.

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