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Voto il 10 febbraio l'impasse delle primarie

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Ildecreto firmato ieri dalla presidente Renata Polverini indice il voto per il 10 e l'11 febbraio. Il condizionale è tuttavia d'obbligo considerata la tortuosa vicenda che ha investito la Regione da tre mesi a questa parte. Salvo ulteriori colpi di scena dunque i partiti hanno adesso uno scenario completamente diverso rispetto a quello prospettato dall'election day del 10 marzo. I motori per programmi, candidati e possibili alleanze adesso sono inequivocabilmente accesi. Tra le prime "vittime" della nuova data del 10 febbraio certamente le primarie. Un capitolo questo che non ha effetti sul centrosinistra. Le primarie regionali infatti non sono mai state prese in considerazione. In effetti avendo già messo in campo un big come Nicola Zingaretti, non avrebbe molto senso. Un senso che, al contrario, investe in pieno il centrodestra, o meglio il Pdl. Già in crisi per l'attesa se indire o meno le primarie nazionali per il 16 dicembre (che sembrano ormai tramontate definitivamente), si sperava almeno di poterle svolgere a livello locale. Nel Lazio questo avrebbe significato portare non solo e non tanto a una resa dei conti interna, pure necessaria in assenza dei congressi, quanto a una trasparenza e una chiara dichiarazione d'intenti indispensabile per cambiare la pelle di un partito che, finito nello scandalo per colpa dei pochi, rischia il fallimento totale per responsabilità di tutti. Indire le primarie per le regionali è di fatto impossibile. Considerati i tempi dettati dall'organizzazione elettorale, entro i primi dieci giorni di gennaio vanno consegnate le liste dei candidati, presidente e consiglieri. Con Natale alle porte appare improbabile si riesca a organizzare e far svolgere la selezione popolare per la scelta del candidato presidente. A questo punto appare ancora più scontata la possibilità che a correre per il Pdl sia un personaggio noto proveniente dalla società civile. Un dilemma questo che verrà tuttavia sciolto. In fretta. Ma il destino ha voluto che Pisana e Campidoglio fossero legati da un unico filo conduttore. Come la vittoria storica del centrodestra in entrambe le istituzioni. Entrambe ora andranno al voto. Proabilmente in tempi diversi. Ma con schemi identici. Le primarie Pdl per il Campidoglio, nonostante il sindaco Alemanno si ricandidi, sono state fissate il 27 gennaio. Due settimane prima del voto nel Lazio. Una missione impossibile. Stessa sorte, probabilmente, per il centrosinistra che le ha indette il 20 gennaio. Addio dunque alle primarie. La parola passa alla politica. Susanna Novelli

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