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Niente rimborsi. Il San Raffaele chiude anche a Montecompatri

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E dal 6 dicembre stop alle prestazioni specialistiche nella Capitale

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DopoViterbo e Cassino chiude anche il San Raffaele di Montecompatri. Il comunicato dell'azienda suona come un annuncio funebre e lascia poco spazio alla speranza. La premessa fa riferimento alle prime due strutture: la Regione non ha dato «alcuna risposta concreta» nemmeno sul denario necessario a pagare gli stipendi, «i fornitori di medicinali» e i «presidi necessari per l'assistenza medica», recita una nota della Spa. Tutto ciò malgrado i solleciti dei Prefetti. Si tratta di «crediti arretrati per oltre 260 milioni di euro per prestazioni già erogate». La conseguenza? «Ci vediamo costretti a comunicare la cessazione delle attività sanitarie anche del San Raffaele di Montecompatri». Non solo. Dopo aver precisato che la società non è «più in grado di continuare a finanziare» con le sue «risorse la continuità assistenziale e che i tempi per la chiusura di Montecompatri sono di 15 giorni, non si esclude che si sarà «costretti, a breve, ad estendere tale provvedimento a tutte le altre strutture sanitarie del Gruppo San Raffaele nel Lazio». Non è un black-out sanitario da poco. L'azienda ricorda che la struttura di Montecompatri è «accreditata per 348 posti letto» e lì «vengono riabilitati pazienti affetti da gravi patologie cardiache, respiratorie e neuromotorie» e «assistiti pazienti terminali nel Reparto di Hospice». Il centro, inoltre, si occupa di assistenza domiciliare e si prende cura di «oltre a 60 persone affette da gravi patologie psichiatriche» e ne assiste «108 in Rsa». La chiusura, infine, «priverà del loro posto di lavoro altri 375 lavoratori, che andranno ad aggiungersi ai 700» di Cassino e Viterbo. C'è anche una buona notizia, anche se non sufficiente a eliminare le preoccupazioni di personale e malati, condivise anche dal sindaco, che ne ha parlato ieri con il ministro della Sanità: «Questa emergenza deve essere inserita tra i principali punti di confronto del tavolo che si aprirà da lunedì presso il Ministero della Salute», ha detto Alemanno. La novità è che la Asl di Viterbo verserà al San Raffaele 430mila euro per pagare gli stipendi di ottobre ai dipendenti di Villa Buon Respiro. E ha dato disponibilità di altri 170mila euro per far fronte, parzialmente, agli stipendi di novembre. Se la Regione non liquiderà gran parte degli arretrati, però, l'azienda ha fatto sapere che la struttura viterbese e una analoga a Frosinone chiuderanno comunque il 5 dicembre. Dal 6 dicembre, per completare il quadro, verranno sospese quasi tutte le prestazioni specialistiche negli ospedali romani dell'Aris (al Villa San Pietro il 3). «Alcune, come la maternità, le terapie del dolore, le emergenze, continueranno a essere erogate a costo zero per la Regione - sottolinea Michele Bellomo, presidente dell'Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari - e le altre sono state svolte finora oltre quanto previsto dal budget. Chiediamo maggiore sensibilità da parte di Governo e Parlamento - conclude Bellomo - Non parliamo di un'industria ma di un settore che riguarda il bene più prezioso: la salute dei cittadini».

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