Le librerie battono cassa al Comune
Librai sul piede di guerra. Vantano crediti con il Comune di Roma pari a 8 milioni e 800 mila euro, solo quest'anno, tra buoni scolastici da destinare alle famiglie aventi diritto e cedole libraie (gratuite per tutti, per la scuola primaria) non ancora corrisposti nonostante, spiegano in una nota congiunta sia Confcommercio che Confesercenti, i titolari di librerie e cartolibrerie della Capitale li abbiano anticipati a settembre agli editori per «garantire il diritto allo studio». Ma non solo. Le 500 librerie romane in credito con l'amministrazione accuserebbero ancora un ammanco di circa 30 mila euro per l'anno 2010-2011 e di 450 mila euro per l'anno 2011-2012. Soldi, anche questi, che il Comune non ha ancora rimborsato. «A tutto ciò – spiega Mauro Piscetta, presidente dei librai della Confesercenti provinciale – si aggiunge la concorrenza sleale dei supermercati che vendono libri di testo con uno sconto del 20% nonostante il limite previsto dalla legge sia del 15%, e la prassi anche questa fuori legge, ma ormai consolidata, degli editori che vendono direttamente all'interno degli istituti i libri di testo». Una situazione che sta portando al fallimento almeno un centinaio di piccole cartolibrerie che se non riceveranno quanto gli è dovuto dall'amministrazione, sono destinate a chiudere entro la fine di quest'anno. «Non possiamo più tollerare una situazione simile. Se il Comune (che a sua volta deve ricevere i soldi dalla Regione Lazio almeno per quanto riguarda i buoni scolastici ndr), ci risponde che non ha i soldi, nonostante il Dipartimento della scuola abbia lavorato per dare corso ai mandati di pagamento poi bloccati dalla ragioneria centrale, noi gli diciamo che non è colpa nostra e che poteva evitare di stipulare con noi una convenzione che fissa dei termini precisi anche per quanto riguarda i rimborsi». Insomma, la situazione è al limite e le due associazioni hanno intenzione di non fermarsi qui. «Andremo fino a Montecitorio per fare un falò di libri, forse in questo modo qualcuno ci ascolterà». Perché, assicura ancora Piscetta, «di buone parole il Comune ne ha spese tante ma nel concreto, poi, non ha fatto nulla». Come nel caso della grande distribuzione che sconta i libri al 20%. «Noi abbiamo fatto un esposto al Garante della Concorrenza lo scorso 17 luglio e uno al Comune di Roma dove chiedevamo semplicemente di accertare i fatti». In poche parole, sarebbe bastato mandare i vigili a controllare nei supermercati. Anche per cercare di combattere la prassi degli editori che vendono direttamente i libri di testo negli istituti, il Campidoglio ha emanato una circolare per ricordare che questa prassi è vietata «ma gli editori l'hanno ignorata e continuano a farlo». «Forse il nostro errore è stato quello di essere da sempre una categoria che preferisce il silenzio alle manifestazioni di protesta – conclude il presidente dei librai della Confesercenti – abbiamo sopportato per anni la concorrenza sleale della grande distribuzione e l'atteggiamento poco corretto degli editori. Adesso però non abbiamo più intenzione di tacere e faremo valere i nostri diritti ricordando che dietro ogni libreria che chiude ci sono almeno due dipendenti che vanno a casa o una famiglia che non potrà più portare avanti la sua attività».