Muratore trova una bomba in casa Muore dilaniato
L'avevatrovata in una borsa dove c'erano altri tre ordigni, abbandonata nell'angolo di una stanza diventata trincea. Sangue e budella. Non c'è stato nemmeno il tempo di arrivare in ospedale: l'eliambulanza doveva partire dall'aeroporto di Ciampino dove il poveretto invece è morto. La vittima è il muratore romeno Robert Iulian Kessler, 27 anni. La deflagrazione ha raggiunto anche un altro operaio dell'Est, che però ha rifiutato il trasporto in ambulanza. Illeso un terzo muratore. Ieri nel tardo pomeriggio è stato arrestato uno dei proprietari dell'immobile al civico 791, primo piano, scala A. Si tratta di Massimo Sculli, 53 anni, ex ufficiale di complemento dell'Esercito, ora dipendente della casa editrice Edit Coop, all'ufficio abbonamenti. Al vaglio anche la posizione dell'altro proprietario dell'immobile che stava per essere adattato alle sue esigenze professionali, il fratello Mauro, tecnico radiologo: sapeva che nell'abitazione c'erano le sacche con quella santabarbara, bombe Srcm da addestramento? Pesanti le ipotesi di reato formulate dal pm Amelio: morte per conseguenza di altro reato e detenzione illegale di armi e munizionamento da guerra. Infatti le borse incriminate sono due. In una c'erano le bombe fatte brillare in un parco vicino alla Tuscolana dagli artificieri della polizia di Salvatore Timpano. In un'altra nastri di cartucce. Pare che ieri durante l'interrogatorio negli uffici della Squadra mobile di Renato Cortese, Sculli avrebbe tentato di raccontare un'altra storia: «No, le borse non sono mie, non so di che state parlando». Poi però, stretto dagli indizi e dalla ricostruzione fatta dagli investigatori della Omicidi di Stefano Signoretti e dal Commissariato Tuscolano di Domenico Sannino, Sculli avrebbe ceduto e avrebbe ammesso: «Sì, le borse sono mie». Aveva trattenuto ordigni e cartucce come fossero scarponi anfibi, souvenir. Robert Iulian Kessler avrebbe sfilato la linguetta di sicurezza causando l'esplosione che ha investito lui e, parzialmente, il collega. I danni all'ambiente non sono stati devastanti. Rapportata alla superificie dell'ambiente, la forza d'urto sarebbe stata modesta. Però si è scaricata con effetti mortali sul povero operio, eviscerato, con la pancia aperta dallo scoppio e le mani spappolate. L'altro operaio si è affacciato e ha chiesto aiuto: «Correte, fate presto, correte». Ma è stato tutto inutile. Quella casa stava per diventare uno studio radiologico. Una destinazione d'uso non molto diversa dalla precedente. Il padre Ferdinando era medico di famiglia, conosciuto da tutti in zona. Con la famiglia viveva a Castel Gandolfo ma svolgeva la sua attività in via Tuscolana. Un tipo che non passava inosservato, certamente stimato da chi se lo ricorda e ne parla ancora bene. I figli Mauro e Massimiliano sono i due ai quali la casa è andata in eredità. Da oltre un mese erano iniziati i lavori di muratura. Erano stati affidati ai tre operai romeni. Non sono una ditta. Non si sa che cosa sia accaduto in quell'appartamento. Se i tre lavorano nell'abitazione da qualche settimana, la borsa l'avevano già vista oppure se ne sono accorti soltanto ieri, quando Robert l'ha meneggiata? E ancora. Da quanto tempo Sculli custodiva le due sacche? Prima dello scoppio dove le teneva sono sempre state lì oppure le ha portate nell'ex studio medico alla morte del padre Ferdinando? La bomba Srcm è un acronimo. Le lettere stanno a indicare le iniziale di chi la fabbricava: Società romana costruzioni meccaniche. Durante la campagna d'Africa sono state utilizzate come mine antiuomo. È alta otto centimetri e mezzo e ha un diametro di 5,7. Pesa 240 grammi. Ha un raggio d'azione di 10-20 metri. Il modello da guerra è composto da una miscela di tritolo e binitro naftalina. Le bombe fumogene da addestramento erano ricaricabili, impiegate fino agli anni '70. La carica pesa cinque grammi ed è una miscela fumogena. Ma anche a distanza di anni strumenti di morte.