Il Madoff dei Parioli condannato a 9 anni
Ha truffato centinaia di clienti. Quindi deve scontare nove anni di galera. Il broker finanziario Gianfranco Lande è stato condannato dopo cinque ore di camera di consiglio dai giudici della nona sezione del Tribunale. La Corte ha però assolto il Madoff dei Parioli dai fatti precedenti al primo luglio del ’98 poiché non erano previsti dalle legge come reato. Questo ha portato i togati a non accogliere in pieno la richiesta di condanna del pm Luca Tescaroli, secondo il quale Lande doveva restare dietro le sbarre 12 anni e otto mesi. «È una sentenza scandalosa», l’unica frase pronunciata dall’imputato dopo aver ascoltato il verdetto: nel dispositivo di 20 pagine sono elencati anche le parti civili che in separata sede dovranno essere risarciti. La Corte ha inoltre stabilito l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. «Siamo curiosi di leggere le motivazioni della sentenza - ha dichiarato l’avvocato di Lande, il penalista Salvatore Sciullo - che ha condannato un uomo che ha affrontato i problemi senza scappare e ha cercato di risolvere i problemi. Questa sentenza va oltre ogni principio, i giudici non hanno avuto il coraggio di andare oltre l’impostazione accusatoria. Occorreva analizzare la realtà dei fatti così come emersa nel corso del dibattimento. La sintesi dell’affermazione di Lande "è uno scandalo" è proprio per sottolineare che non si è avuto questo coraggio». Il legale aveva infatti chiesto alla Corte di assolvere il broker poiché avrebbe fatto di tutto per salvare le sue società rispettando la legge. «Siamo soddisfatti perché è stata accolta pienamente la nostra impostazione sulla vicenda - ha affermato il capo dell’Ufficio legale della Consob, Salvatore Providenti - la nostra soddisfazione è perché hanno accolto le nostre richieste come parte civile con riferimento alla questione dell’ostacolo alla vigilanza, respingendo invece tutte le richieste di risarcimento dei danni contro la Consob». Soddisfazione è stata espressa anche dalle centinaia di parti civili. «Finalmente giustizia è fatta», ha dichiarato l’avvocato Claudio Coratella. E ancora: «L’odissea di tanti che hanno perso tutti i loro risparmi è finita, questa condanna farà scuola e sarà un monito per i futuri truffatori sulle conseguenza delle loro gesta». Nella requisitoria, il pm aveva affermato che Lande, «con il suo agire illecito, ha compromesso l’immagine del sistema finanziario italiano». Con le sue indagini, il pm nelle scorse settimane ha chiesto e ottenuto una nuova ordinanza di custodia cautelare per la bancarotta della società Dharma. Il Riesame ha ribadito le misure e confermato i domiciliari all’ex compagna di Lande, Raffaella Raspi, e per il fratello della donna, Andrea. A finire nelle maglie del broker, tra gli altri, Sabina Guzzanti, il padre Paolo, la soubrette Samantha De Grenet, l’attore David Riondino, l’erede della famiglia di pastai Francesca De Cecco, Enrico Vanzina, la sorella di Carlo Verdone, Silvia, l’ex portiere della Roma Calcio Doni, gli ex calciatori dello stesso club Stefano Desideri e Ruggero Rizzitelli. Quella di ieri non è la prima sentenza emessa per la maxi truffa ai danni della Roma bene. Il 30 maggio scorso sono stati infatti inflitti quattro anni e mezzo di reclusione a Gianfranco Lande, due anni all’ex convivente Raffaella Raspi e al fratello Andrea, pene disposte con rito abbreviato, in relazione al crac da 225 milioni di euro della Egp France, di cui Lande è stato per un periodo presidente del cda e i due Raspi amministratori.