Frutta più cara per l'Istat. Non al mercato
L'istituto: «Più care vacanze e ristorazione». Confcommercio:«Non cedete agli allarmismi»
Rispettoa è tutto un segno più per i servizi di ristorazione, l'abbigliamento e calzature, il trasporto marittimo, aereo, i pacchetti vacanze che segnano +7,4%, giochi e giocattoli (+3,4%), ma specialmente la frutta che, secondo l'Istat, registra un rialzo del 12,5%. E mentre l'Ufficio Studi della Confcommercio invita a non cedere a facili allarmismi, parlando di aumenti che «riflettono gli effetti dell'incremento stagionale dei prezzi di alcuni prodotti e servizi», noi siamo andati a verificare tra i banchi dei mercati rionali se questi aumenti, almeno per la frutta, ci sono davvero stati. E, un po' a sorpresa, abbiamo constatato che non solo i prezzi della frutta di stagione sono assolutamente in linea con quelli rilevati a giugno, a detta sia degli operatori che dei consumatori interpellati, ma che in qualche caso, come per albicocche e pesche, sono addirittura diminuiti di 10-15 centesimi al chilo. Unica eccezione per cocomeri e ciliegie. I primi, che costano circa 20 centesimi in più al chilo rispetto ad un paio di settimane fa al mercato Irnerio e Trionfale, sostanzialmente perché l'ondata di caldo ha portato anticipatamente sui banchi angurie proveniente da altre regioni d'Italia, come la Sicilia (da qui il prezzo più alto) mentre i nostri, locali, non saranno pronti prima della fine di giugno. Per le ciliegie, invece, è un discorso legato alla stagione. Praticamente finite, quelle che si trovano costano 3,50-4 euro al chilo con punte di 7-8 euro per il tipo più grande dal colore rosso scuro. Il resto della frutta, dalle mele alle pere, fino alle banane, ai meloni, si mantengono tra 1,50 e i 3 euro al chilo a seconda, come sempre, della qualità e della zona di provenienza. «Altro che aumenti – dice Bruno che ha un banco a Trionfale – il prezzo della frutta in questi giorni sta calando, per le pesche ad esempio si passa da 2 euro e 50 della scorsa settimana a 2,30 di oggi, ma si possono trovare anche a 2 euro in questo mercato». Chi si rifornisce quotidianamente al Car (Centro Agroalimentare di Roma), non ha notato alcuna variazione al rialzo dei prezzi della frutta. Così come, è il caso di Walter, per frutta e verdura si rifornisce a Latina: «Aumenti solo per i cocomeri», conferma, il cui prezzo oscilla dai 60 centesimi all'euro al chilo. «I meloni - continua - sono calati di circa 10-15 centesimi, lo stesso le pesche». Al mercato Irnerio parla soprattutto la gente, che gli aumenti, diversamente da quanto in genere accade, non li vede proprio. «Ho trovato le albicocche a 1,50 euro – racconta la signora Valeria – il melone a 2 euro e le pere extra a 1,80 euro. Non mi sembrano proprio prezzi alti». Incalza Rosa: «Non venivo da un po' di tempo in questo mercato e sinceramente i prezzi della frutta li trovo molto abbordabili". Gli operatori insistono: «Con questa crisi non possiamo certo permetterci di alzare i prezzi, che comunque sono bassi anche all'ingrosso». E all'orizzonte si intravedono ulteriori diminuzioni. La conferma arriva ancora dalla Confcommercio: «Nei prossimi mesi potrebbe registrarsi un ridimensionamento delle pressioni inflazionistiche alimentato dalla tendenza al ribasso dei prezzi dei carburanti e più in generale degli energetici». Resta la variabile Iva prevista in aumento per ottobre: inevitabile a quel punto che l'inflazione si manterrà sopra il 3% per buona parte anche del 2013: significa che l'Iva avrà il suo impatto sui prezzi della maggior parte dei beni e servizi acquistati dalle famiglie.