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Nella giornata conclusiva degli Stati Generali del Sociale e della Famiglia il sindaco Alemanno lancia la sua proposta per il welfare.

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Sedutaa pochi metri dal primo cittadino c'è Elsa Fornero. Alemanno le chiede di essere anche ministro del Welfare e non solo del Lavoro, lei risponde che il Governo non ha intenzione di tagliare le spese per il sociale, definite fondamentali soprattutto in tempi di recessione e rigore, ma al tempo stesso denuncia l'impossibilità di aumentare i fondi destinati all'assistenza. La vera sfida, insiste il ministro, è meglio allocare le risorse. Effettuare uno studio per capire dove le spese sono sovradimensionate e spostare i soldi laddove ce n'è davvero bisogno. Il sindaco apprezza la sincerità del ministro, incapace di proferire promesse campate in aria, ma a sua volta raccoglie la sfida con un vero e proprio manifesto programmatico per sostenere l'assistenza sociale in tempi di crisi. Il documento che Alemanno presenta all'assemblea si chiama «Sei passi contro la crisi». Si tratta di una proposta al governo articolata in sei punti. Vi si toccano alcuni aspetti cruciali come l'importanza concedere ai Comuni l'opportunità di applicare il Quoziente familiare alle aliquote Imu, così come la necessità di una serie di interventi per sostenere e rilanciare l'iniziativa imprenditoriale dei giovani. Vi sono anche idee più «concrete» come la dismissione del demanio pubblico non utilizzato per creare «Infrastrutture di coesione sociale» destinate a servizi sociali e interventi sociosanitari. Di seguito la versione integrale del documento.Car. Sol.

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