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L'ultima moda dei turisti Sampietrini e mosaici rubati come souvenir

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Frammenti, reperti antichi e pietre di strada nelle valigie dei cittadini del Nord Europa

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Unpezzetto alla volta. Sarà a causa della crisi economica, oppure per un'irrefrenabile desiderio di portarsi via un souvenir originale, che l'ultima tendenza tra i turisti stranieri in procinto di lasciare la Capitale è quella di infilarsi nello zaino un sampietrino o peggio un pezzo di mosaico antico se non addirittura una pietra miliare. Così, invece di una cartolina o di un Colosseo in miniatura che cambia colore in base al tempo meteorologico, qualche fortunato parente o amico riceve sempre più spesso un ricordino davvero unico. E soprattutto illegale. A segnalare l'escalation di furti dalle strade, dai siti archeologici e dai musei della Città Eterna è la polizia di frontiera dell'aeroporto intercontinentale di Fiumicino. Negli ultimi sei mesi, infatti, sono stati una trentina i passeggeri bloccati alla dogana che nascondevano nelle valigie destinate alla stiva degli aerei e nei bagagli a mano un campionario di oggetti storici risalenti alle epoche più diverse degno di un catalogo d'arte antica. Gli appassionati del «sampietrino take away» risultano essere in prevalenza cittadini del Nord Europa. Sul gradino più alto del podio salgono gli svedesi, forse saturi dello stile moderno e funzionale dell'Ikea pensiero. Al secondo posto i norvegesi e, a contendersi la medaglia di bronzo, finlandesi e inglesi davvero poco british-style. Dai rilevamenti effettuati dagli uffici di polizia competenti dello scalo aeroportuale romano, i più attivi nel souvenir da asporto sarebbero i fruitori delle compagnie aeree «low cost», forse desiderosi di risparmiare, oltre che sul prezzo del biglietto, anche sugli oggettini-ricordo. Tra i passeggeri fermati, una quindicina (quelli che non hanno riconsegnato spontaneamente i pezzi antichi impropriamente prelevati) ha subíto, oltre al sequestro dei reperti trafugati, anche una denuncia in stato di libertà per furto. La legge non prevede pene pecuniare. La moda della sottrazione indebita di piccole parti di monumenti risale sicuramente alla notte dei tempi è salita prepotentemente alla ribalta delle cronache nel maggio del 2009 quando, all'Agenzia Regionale di Promozione Turistica di Roma e del Lazio, arrivò un pacco da Greesboro, una città del North Carolina. I mittenti erano due americani che, venticinque anni prima, avevano trascorso alcuni giorni di vacanza a Roma. Il plico conteneva un pezzo di travertino preso dal Colosseo ed era accompagnato da un biglietto. «Avremmo dovuto farlo molto prima - scriveva la coppia pentita - ma ci scusiamo e restituiamo ciò che abbiamo preso al Colosseo venticinque anni fa, affinché torni al luogo cui appartiene. Il nostro fu un gesto egoista e superficiale, se tutti i visitatori si comportassero come noi di quel monumento storico non rimarrebbe più nulla».Ora, proprio alla luce dei sequestri di questi ultimi mesi, le parole della coppia risuonano come un avvertimento a stare all'allerta se non vogliamo ritrovare l'Appia Antica sparsa in giro per il mondo e i resti dei Fori Imperiali in vendita su E-bay. Intanto, su una scrivania all'interno degli uffici di polizia dell'aeroporto di Fiumicino, ci sono oggi più di venti sampietrini in attesa di essere consegnati alla soprintendenza dei Beni Archeologici di Roma, un pezzo di mosaico datato tra il I e il II secolo dopo Cristo e alcuni pezzi di travertino. Quanto basta per ricostruire una Roma storica in minitura, con la speranza che quella vera resti al suo posto.

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