Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Dare l'allarme per furto

Esplora:
default_image

è l'unico modo per cacciarli» Il parere del legale: «È assurdo ma può funzionare»

  • a
  • a
  • a

Permandarli via bisogna essere come chi occupa le case. Bisogna dire che sono entrati i ladri in casa. È l'unico sistema per sgomberarli subito. Anche se non è vero. Ma ladro lo è chi prende la casa a un altro. Rimpiange di non averlo fatto Alessandro Manciati, 53 anni. Di non aver ascoltato prima la provocazione lanciata dal presidente della commissione Sicurezza urbana di Roma Capitale, Fabrizio Santori. «Denunciate per furto chi occupa» aveva detto Santori, per sottolineare il vuoto normativo che tutela solo i disonesti. «Chissà se avrebbe funzionato» è il rovello di Manciati che si chiede se oggi sarebbe per strada, a un settimana dall'occupazione della sua abitazione in via Guido Bo, le palazzine a due piani nuove di zecca consegnate due anni fa dal sindaco Gianni Alemanno. «Avrei dovuto telefonare ai carabinieri dicendo che erano entrati i ladri in casa». Invece Manciati ha denunciato l'occupazione. «E le tre zingare di cui una nomade incinta, sono ancora lì». Lui invece ha dovuto «portare fuori i mobili». Da lunedì fa «il pacco» a casa di amici. Eppure «sono venuti qui a occuparmi la casa con le pistole» dice Manciati, che racconta i concitati momenti seguiti al suo arrivo a Roma, allertato da una vicina di casa che gli stavano occupando la casa, mentre lui era fuori città per lavoro. «Ero sotto il balcone, con gli altri inquilini, a prenderci gli sputi e gli insulti di quelle tre zingare che mi hanno preso casa. E quando noi ci favevamo sotto e gli gridavamo di andare via una di loro ha chiamato col cellulare l'amico e gli ha detto "vieni subito qui ma prendi la pistola"». L'uomo è arrivato. «Una faccia da bandito narcotrafficante sudamericano - lo dipinge Manciati -. E con che flemma. Era certo del fatto suo. Ha parcheggiato tranquillo nel posto riservato agli inquilini ed è salito su. Nessuno lo ha toccato». E le pistole?. «I vigili urbani non lo hanno perquisito. Forse non lo hanno fatto per tutelare la sicurezza dei presenti. Chissà che cosa sarebbe successo. Lo hanno perquisito il giorno dopo i carabinieri. Io ho sporto denuncia. Sono stato minacciato di morte. A questo punto siamo arrivati». Manciati descrive anche i concitati attimi in cui viene informato dai vicini di casa di quello che sta accadendo. «Ero fuori Roma per lavoro - racconta - La vicina mi ha chiamato alle 2.15 della notte. "Vieni si stanno arrampicando sul tuo balcone" ha detto. Mi sono messo in macchina e sono arrivato alle 6.20. Loro erano già dentro. Ma prima, alle 3.30 avevo chiamato i carabinieri. Hanno fatto il controllo. Ma quelli devono essersi nascosti. E quando sono andati via si sono messi al lavoro». Una denuncia per furto avrebbe funzionato? «La proposta provocatoria del presidente della Commissione sicurezza di Roma Capitale Santori - risponde l'avvoato Eleonora Moscato, con studio dietro il Palazzaccio a via Crescenzio mette in evidenza il disagio, la disfunzione che si cela dietro alle esigenze abitative della città ma anche le carenze istituzionali a livello centrale centrale e locale». Ed è un indice. «Arrivare a utilizzare l'escamotage del furto che spesso, ovviamente, si relizza per poter tentare di ottenere giustizia - dice - è una evidente aberrazione. A cui però - sottolinea - è ormai costretto chi, in possesso di regolare diritto all'alloggio si trova espropriato dei propri beni: questo è il segno evidente del fallimento delle istituzioni». La conclusione per il legale è che siamo in presenza di un vuto legislativo. «Manca una norma che regolamenti la situazione bisogna arrivare a contemperare le esigenze di tutti senza per questo però dimenticare chi per prima ha seguto correttamente la trafila». G. M. Col.

Dai blog