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Ma senza i 10 volontari nonna Pina non ce la potrebbe fare

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L'ultimoche ha portato a spasso, ieri mattina, è stato Igor, un cagnone nero strappato al ciglio di una strada. Flavio non è il solo ad aiutare Giuseppina. Sono in totale dieci, più quelli che si danno da fare quando possono, gli angeli del Parrelli, molti iscritti alla Lai, altri semplici cittadini che nel rifugio di via Prenestina, da quando esiste il canile, trascorrono il proprio tempo libero. Mandare avanti la struttura, l'affitto per il terreno di un ettaro, cibo, cure veterinarie, acqua e luce, circa 9mila euro al mese, non è semplice. Sterilizzazioni, flebo, cicli di antibiotici: là dentro «ci finiscono gli ultimi, e noi cerchiamo di rimetterli in sesto». Mettendoci anche soldi di tasca propria, come fa da tempo Enzo Alese, anche lui volontario Lai: «Ora stanno rifacendo le gabbie ed il costo è grosso, ognuno di noi contribuisce con quello che può». Per Giuseppina, che può contare solo su risparmi e donazioni, questi volontari sono indispensabili «soprattutto perché si vede che lo fanno col cuore». Giovanna Del Vecchio è al Parrelli da anni: «Roma Est senza questo posto si ritroverebbe invasa dai randagi, Pina si sveglia e va a dormire con loro, gli ha dedicato una vita - spiega - abbiamo salvato decine di animali abbandonati sul Raccordo, da operare, e tanti li affidiamo, anche due al giorno, ma prima Pina vuole sapere vita, morte e miracoli della famiglia». Ieri c'erano anche Lucilla Siragusa e Assunta Roberti, due romane della zona che passano spesso, anche solo «un'ora per far fare ai cani una passeggiata». «Vengo qui il sabato e la domenica, insomma negli giorni in cui non ci sono impegni - spiega Lucilla - faccio quello che serve, spazzolare i cani, portarli a passeggio, pulire i box, è un piacere aiutarli a stare bene». Assunta coccola Rocky, un cane da combattimento con le orecchie mozzate condotto al Parrelli dalle forze dell'ordine, imboccandolo coi croccantini: «Nessuno di noi vorrebbe vedere animali in gabbia o stare male, magari non esistessero canili, eppure finiscono qua per questo, perché sono stati abbandonati o sono finiti sotto una macchina». Eri. Del.

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