Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Acea, fumata nera Il bilancio slitta ad agosto

Acea, bagarre in aula Giulio Cesare

  • a
  • a
  • a

Toni più "soft" ieri mattina alla ripresa dei lavori in Aula Giulio Cesare sulla delibera 32, ovvero la costituzione della nuova holding che avrà in gestione le aziende capitoline e l'autorizzazione a vendere il 21 per cento delle quote Acea. La calma tuttavia non indica affatto che la tempesta in Campidoglio sia passata. Piuttosto si è entrati in stand by nell'attesa di trovare un accordo extra consiliare. Il vertice della tarda mattinata tra il sindaco Alemanno, il deputato e capo dei Gabbiani, Fabio Rampelli e il coordinatore romano del Pdl, Gianni Sammarco, non è riuscito a diradare la nebbia. La fase di stallo, ricordiamo, è subentrata proprio mentre la maggioranza pensava di aver superato l'incredibile muro dei 160mila emendamenti e ordini del giorno dell'opposizione con la presentazione di un nuovo maxiemendamento. E a preoccupare non era neanche il nuovo attacco del centrosinistra con altri nuovi diecimila emendamenti. La strada era già segnata: il Pdl ne avrebbe bocciato in commissione la maggior parte e, alla fine, la discussione in Aula si sarebbe concentrata su due, tre migliaia di emendamenti. Ovvero tre, quattro sedute e poi il voto finale entro fine mese. A rompere le uova nel paniere ci ha pensato però la corrente dei Gabbiani, con i consiglieri Mollicone, De Priamo e Mennuni che hanno presentato a loro volta tre proposte di modifica. Ribadendo un concetto prioritario: Acea non si vende e la gara sull'illuminazione pubblica "s'ha da fare". Un braccio di ferro tutto interno e inaspettato che rischia di rimettere tutto in discussione. Un punto di incontro però sarebbe stato trovato: inserire Acea nella costituenda holding. Se sarà sufficiente a ricompattare la maggioranza tuttavia non è dato sapere. I rampelliani sarebbero disposti al massimo a cedere l'11 per cento dell'azienda capitolina. Alemanno, proprio ieri ha ribadito "la questione Acea andrà a finire come abbiamo detto, il comune potrà vendere il 21% e scendere al 30%, quota che permette di controllare l'azienda e di avere in bilancio le risorse per fare nuovi investimenti". La boccata di ossigeno arriva invece proprio dal bilancio, la proroga dei termini di approvazione al 30 agosto rende infatti più ampi i margini di trattativa, all'interno della maggioranza e tra maggioranza e opposizione. Per tempi e, soprattutto contenuti. Ieri, intanto, in tarda serata il sindaco ha convocato un vertice di maggioranza nella sede della sua fondazione. Durante la riunione, finita verso le due di notte, sarebbe emersa l'ipotesi di una proposta di mediazione con la presentazione di un ordine del giorno con cui si esprime la preferenza e l'auspicio di avere un acquirente pubblico, la Cassa Depositi e Prestiti. Una richiesta che non dà un'indicazione obbligatoria (impossibile visto che Acea è una società quotata in Borsa), ma solo una preferenza. Nessun cedimento sulla percentuale da vendere, che rimane il 21%, ma pare ormai abbastanza certo che Acea sarà inserita nella holding capitolina. Una volta messe sul tavolo le proposte e ultimata la discussione, il Pdl si è aggiornato per riflettere.  

Dai blog