Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Vendita Acea Siamo alla guerra dei video

default_image

  • a
  • a
  • a

Dadomani infatti è previsto l'avvio della votazione in Aula degli emendamenti. Anche la via d'uscita della presentazione di un nuovo maxiemendamento in commissione sembra aver complicato il faticoso iter invece di facilitarlo. Non solo il Pd ha presentato 10mila sub emendamenti ma a mettere i «bastoni fra le ruote» ci si sono messi anche i tre consiglieri Pdl dell'area rampelliana con altre tre proposte di modifiche alla delibera, tra le quali quella principale dell'abbassamento della quota da vendere dal 21 all'11%. Un passo in avanti comunque è stato compiuto. Con il nuovo maxiemendamento infatti decadono i circa centomila emendamenti presentati in Aula Giulio Cesare e si «riducono» a poco più di undicimila. Un numero, dal punto di vista delle opposizioni, del tutto accettabile. Un altro «irresponsabile» muro invece per la maggioranza. A tenere banco poi sono ancora i video della folle seduta di lunedì scorso. In un filmato esclusivo mandanto in onda da un'emittente romana si vedrebbe il capogruppo Pd, Umberto Marroni salire sullo scranno della presidenza e "prendere" il badge del presidente Pomarici, a rivelarlo ovviamente la maggioranza Pdl. Non ci sta però il Pd che rilancia subito con il video dove si vede chiaramente che durante i tumulti la votazione risulta in corso e si chiude poco prima dell'assalto del consigliere di Action Alzetta contro alcuni colleghi del centrodestra. Pertanto, ribadisce Marroni, ai sensi dell'articolo 34 del regolamento la votazione è «illegale e illegittima». Sembra proprio che la classe politica capitolina non riesca a uscire fuori da una situazione che più si proroga più diventa imbarazzante. Tornare sulla rissa in Aula Giulio Cesare non serve a nessuno. Piuttosto, si pensasse a sciogliere il dubbio cruciale della validità della votazione, chiedendo magari il parere agli uffici, ma soprattutto si pensi ad andare oltre. Il nuovo emendamento di fatto stringe la vite intorno a controlli e trasparenza ma i margini per un accordo restano stretti. A dare la bordata (finale?) anche i rampelliani che propongono la via d'uscita, forse l'unica, di autorizzare la vendita delle quota Acea ma solo per l'11% (che è poi quanto richiesto entro il 2013 dalla legge ). Su questo però l'equilibrio politico è paradossalmente ancora più delicato. La retromarcia di Alemanno sarebbe causata dall'interno. Sus. Nov.

Dai blog