Sciopero selvaggio Metro B e B1 a singhiozzo
Chesia «bianco» o «selvaggio», quanto sta accadendo intorno al funzionamento della B1 è, a tutti gli effetti, uno sciopero. Non dichiarato e non concordato. Per questo bene ha fatto l'assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma, a scrivere al prefetto Pecoraro che, a questo punto, può decidere di precettare i macchinisti. Ma cosa sta accadendo sui treni che, in un momento di crisi e depressione come questo, dovrebbero rappresentare uno stimolo per tutti? Erano quasi vent'anni che non si apriva una nuova tratta della metropolitana a Roma. Farla funzionare a singhiozzo già dal primo giorno, anzi creando problemi anche sulla linea B tanto per dare un messaggio, sembra far tornare indietro di parecchi decenni una politica sindacale che non paga più. A spiegare la situazione sono stati gli stessi esponenti sindacali, a mezzo stampa, mentre ignari passeggeri attendevano anche 20 minuti l'arrivo della metro. «Non mi risulta che ci siano scioperi dichiarati secondo questa norma - afferma il segretario generale della Filt Cgil Roma e Lazio, Alessandro Capitani - il numero dei treni disponibili è sul filo, i macchinisti a disposizione sono pochi, non ci sono tecnologie adeguate o comunque non sono testate abbastanza, tanto che per un disguido si dà la colpa al singolo lavoratore. Sono a conoscenza di macchinisti che da una settimana, in concomitanza con l'avvio della linea B1, si vedono assegnare turni di lavoro alle 13.30 del giorno prima per il giorno dopo, quando normalmente venivano assegnati con una settimana di anticipo. Capita inoltre che un turno finisca dopo le 22 e ricominci per lo stesso lavoratore alle 3.30 di mattina. In un caso del genere - prosegue il sindacalista - se il macchinista si rifiuta di fare il turno di mattina, lo si può accusare di boicottaggio?». Nessuno sciopero selvaggio ma «una lotta spontanea dei macchinisti - dice Walter Sforzini del coordinamento Usb Atac - sulla linea B1 stanno attuando le regole per la sicurezza e se si rifiutano di fare gli straordinari è perché questi sono appunto straordinari». Per «regole di sicurezza» è bene chiarire per scongiurare allarmismi alla cittadinanza, si può intendere anche un vetro sporco. A replicare su una situazione che ha del paradossale oltre al sindaco Alemanno che invita «tutti a fare le persone serie e a non dare spazio a chi vuole mettere in campo delle provocazioni tra l'altro chiedendo cose che non stanno nel contratto nazionale. Sollecito Atac a fare un'indagine attenta, senza sconti a nessuno». L'azienda, dal canto suo replica, cifre alla mano. «Atac informa che, purtroppo fino a lunedì incluso, la circolazione sull'intera linea B potrebbe subire gravi rallentamenti a causa del persistente rifiuto di alcuni macchinisti, speriamo non incoraggiati da qualche sigla sindacale, di effettuare turni cosiddetti "a straordinario", che non ha nulla a che vedere col lavoro straordinario, pur essendo pagato con maggiorazione». Per oggi continua la nota «Atac aveva comandato 36 prestazioni a straordinario ma ne sono state rifiutate 28. Delle 26 prestazioni comandate per lunedì, al momento, ne sono state rifiutate 17. In merito poi alle dichiarazioni di alcuni sindacati, sempre Atac precisa «che la proposta avanzata nei giorni scorsi dalle Organizzazioni sindacali prevede un turno a recupero della durata di ben 10 ore e 17 minuti. Turno cui, proprio per evitare ai macchinisti un lavoro eccessivamente usurante, l'Azienda si è ovviamente opposta». Se sulla guerra delle cifre sarà difficile venirne a capo, resta tuttavia l'unica considerazione valida. Se i sindacati lamentano una turnazione non a norma, proclamassero lo sciopero come previsto dalla legge, anche paralizzando la Capitale. Boicottare vilmente un servizio essenziale come quello del trasporto pubblico significa rivendicare sì diritti ma calpestare completamente i doveri.