Scoppiano i Pronto Soccorso E alla Regione «studiano»
Tor Vergata chiede 5 medici per non entrare in emergenza
Sarebbequesta l'ultima trovata della giunta regionale per uscire dall'impasse o meglio dalla crisi dei Pronto Soccorso della capitale. La determinazione dirigenziale è stata fatta il 5 marzo, chiarissimo l'oggetto: «Istituzione, presso la Direzione regionale programmazione e risorse servizio sanitario regionale, del Gruppo di Esperti per l'efficientamento del Pronto Soccorso delle Aziende sanitarie della regione». Il gruppo di lavoro, la cui partecipazione è gratuita, «ha il compito di elaborare proposte per l'efficientamento dei servizi di emergenza/urgenza». In principio la commissione era composta dal direttore generale Inmi Spallanzani, Vitaliano De Salazar; il dirigente medico del S. Eugenio Asl RmC, Massimo De Simone; il dirigente medico del Sant'Andrea, Salvatore Caruso; il dirigente medico del San Filippo Neri, Quirino Piacevoli; il dirigente medico del Policlinico Tor Vergata, Beniamino Susi. Dopo circa 20 giorni si è poi aggiunta la partecipazione del dirigente medico dell'Idi, Sabrina Pulvirenti. Viene dunque da chiedersi se e come mai la situazione nei Pronto Soccorso capitolini sia ancora ignota. Dopo un Piano di Rientro che ha portato a sacrifici enormi e soprattutto il decreto del Commissario ad Acta n.80 del 30 settembre sulla «Riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale» e la determinazione dirigenziale del 24 gennaio 2011 sulla «Rete assistenziale dell'emergenza - Istituzione del Coordinamento regionale della Rete assistenziale d'emergenza», si comprende bene come il neonato Gruppo di Esperti sia comunque fuori tempo. Se a questo si aggiunge che la comunicazione ai componenti dell'atto di marzo è arrivata solo dieci giorni fa, la riflessione diventa ancora più seria. «Quello che chiediamo è cosa abbiano fatto finora gli uffici regionali - commenta Duccio Prosperi, dirigente sindacale della CnfsalCisapuni - solo Tor Vergata ha chiesto pochi giorni fa un incremento di cinque medici altrimenti il funzionamento del reparto delle emergenze entra in serio rischio. Così come la vergognosa situazione che si è venuta a creare all'Umberto I. Circostanze note a tutti e da molto e questo gruppo di esperti appare come l'ennesimo escamotage politico per prendere tempo prezioso. Intanto entriamo nell'estate con piani ferie e la carenza cronica di organico, e rischiamo di ritrovarci ad affrontare un altro inverno in condizioni assurde, come lo scorso anno. Non servono esperti ma responsabilizzare i primari nei turn over dei posti letto e dare agli ospedali più medici e infermieri. Per tutto questo - conclude Prosperi - non serve un gruppo di studio ma risposte concrete». Sale intanto la tensione all'Umberto I. «Dopo quattro mesi, niente di nuovo sotto il sole. La piazzetta, che ormai meriterebbe di essere anche intitolata e inaugurata con tanto di taglio di nastro, continua a essere la piazza della vergogna» riferisce una nota dei sindacati Flc Cgil, Cisl Università, Uil Rua, Confsal Cisapuni-Snals che hanno proclamato lo stato di agitazione fino a quando non verranno date delle risposte concrete e risolutive, e convocato una assemblea del personale e degli studenti per questa mattina. Alla Regione, intanto, si «studia».