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Cambio sesso Le donne lo fanno più degli uomini

I medici dell'equipe del dottor Coppola al lavoro

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Servono 10 operazioni per diventare un uomo. Perché è più difficile aggiungere che togliere. Eppure sono proprio le donne che decidono di andare fino in fondo quando non si sentono bene nella propria pelle. Diversamente dagli uomini che, in presenza di un analogo disagio, gira gira, alla fine scelgono di tenersi gli attributi che gli ha fornito madre natura. E sono contenti. Ce lo dicono i numeri. In nove anni, al San Camillo Forlanini, ben 640 donne si sono sottoposte ad un intervento per il cambio di sesso. Solo 366 i casi di percorso inverso invece, cioè da maschio a femmina. Si tratta di quasi il 70% dei mille interventi eseguiti dal '92 al 2011 dall'equipe del prof. Nicola Felici, primario del Centro di Microchirurgia ricostruttiva e Chirurgia della mano al San Camillo Forlanini. Sua la tecnica di falloplastica - un pene di carne al cui interno si inserisce una protesi meccanica - che ha fatto scuola nel mondo. I dati sono stati illustrati ieri mattina al convegno "Oltre lo specchio: corpi e identità in transizione", organizzato al forum internazionale della salute Sanit al Palazzo dei Congressi di Roma, dall'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, Servizio di Adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica. Il convegno, propedeutico a una settimana di eventi che l'ospedale romano organizzerà in autunno in occasione del ventennale del centro, ha passato in rassegna i numerosi temi legati al cambiamento di sesso: aspetti chirurgici, ricerche in campo genetico, stati intersessuali nei bambini e nell'età evolutiva, terapia ormonale personalizzata, concomitanze psichiatriche, sostegno psicologico, problematiche connesse al vivere in un corpo che non viene riconosciuto come proprio. Il servizio di "Adeguamento tra identità fisica e psichica" è un centro di riferimento regionale e nazionale. Presto due grandi novità: la presenza di un "sociologo nel team degli specialisti" e "l'inserimento di figure intese come pari" cioè "persone transessuali che permettano ai pazienti di sentirsi a loro agio" ha detto il dg del San Camillo Forlanini Aldo Morrone. Ma non si cambia sesso con uno schiocco di dita. "È l'ultimo passo di un percorso che dura anche due anni", dice il prof. Felici. Poi non si può tornare indietro. "Si pente solo una persona su 1000 - dice il primario - in Inghilterra e Thailandia il dato è triplo". Fra le persone che si sono rivolte al servizio negli ultimi due anni, 207 sono di nazionalità italiana e 86 stranieri. Nel 90,1% dei casi si è trattato di uomini e donne singles; nel 3,5% sposati, nel 3,3% conviventi, per il 2,9% divorziati o separati. Il 4% ha figli, l'89,7% di loro non ha figli, il 7% non ha risposto alla domanda. Il 48% è in possesso di un'istruzione media superiore, il 37,2% media inferiore; quasi il 10% ha un'istruzione universitaria. Il 65% è occupato; il 23,9 disoccupato, mentre per l'11,8% si tratta di studenti. Fra coloro che si sono rivolti al servizio, solo il 16,2% proveniva dal mondo della prostituzione. "I disturbi legati all'identità di genere si manifestano già nei primi due-tre anni di vita", spiega Maddalena Mosconi, coordinatrice del Servizio rivolto a bambini e adolescenti.  

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