Festa di fine scuola. 17enne accoltellato
Una festa di fine anno scolastico. Seicento ragazzi che si ritrovano in un centro sportivo con tanto di ristorante-pizzeria e piscina. Lo chiamano "pool-party", perché i bagordi spesso si concludono con un bagno nell’acqua clorata, magari senza neanche togliersi i vestiti. Ma l’altra sera il party si è concluso con un tentato omicidio e c’è mancato poco che la vittima finisse al cimitero invece che all’ospedale. Sono le 23,30 di lunedì. Gli studenti di tre istituti romani, l’alberghiero "Amerigo Vespucci", il tecnico "Bernini" e il linguistico "Giordano Bruno" si incontrano al "Parco dei Pini" di via Sant’Alessandro 354, nella zona di Casal Monastero. I diciassettenni Claudia e Marco (nomi di fantasia) sono fidanzati e stanno trascorrendo insieme la serata. A Matteo (anche questo un nome inventato), che sembra abbia avuto qualche tempo fa una relazione con la ragazza, la cosa non va giù. Il coetaneo si avvicina alla coppia e rivolge alla giovane complimenti che sono chiaramente poco graditi al suo attuale compagno. Tra i due nasce una violenta discussione che degenera presto in lite. Matteo, a questo punto, chiede l’aiuto di un amico. Il quarto "uomo" interviene impugnando un coltello, che dirà di aver trovato sul posto (ma è una versione che non convince gli investigatori) e non esita a sferrare quattro fendenti al torace di Marco. Quest’ultimo si accascia a terra premendosi le mani sul petto insanguinato, l’accoltellatore fugge e qualcuno chiama il 118 e dà l’allarme al 112. Il ferito viene trasportato all’ospedale Sandro Pertini. È in codice rosso, uno dei colpi gli ha lievemente lesionato un polmone. Poteva andare molto peggio. Se la caverà in quindici giorni. Sul posto intervengono i carabinieri della compagnia di Tivoli diretti dal capitano Emanuela Rocca. Si raccolgono testimonianze e l’accoltellatore viene identificato. Anche lui è minorenne. I militari lo vanno a cercare a casa dei genitori, nel quartiere Talenti. Ma lui non c’è. Ci sono, invece, simboli dell’estrema destra e nove coltelli a serramanico, che vengono sequestrati. Sembra che sia un simpatizzante del Blocco Studentesco. È di buona famiglia, gente per bene, che lavora e ha un tenore di vita dignitoso. Il giorno seguente il ragazzo dal coltello facile si presenta con il suo avvocato alla stazione dei carabinieri di Settecamini e viene sottoposto a fermo. Non ha precedenti penali ma l’accusa è pesante: tentato omicidio. Non dice neanche una parola su quanto avvenuto, non si giustifica e non si vanta. Spiega solo di aver usato una lama trovata sul posto. Domani mattina sarà davanti al gip per la convalida del fermo.