Partenza dimezzata per la metro B1 L'incasso all'Emilia
La nuova tratta per ora si ferma a Conca D'Oro. Jonio non è pronta
Soloquattro chilometri. Ma è la prima volta dopo più di un ventennio che il trasporto sotterraneo della Capitale estende le sue «braccia». Ci sono voluti sette anni di lavori che hanno impegnato circa mille e cento tra ingegneri, tecnici e operai per il monitoraggio, la progettazione e la costruzione, una lunga fase di rodaggio e di verifiche certosine sulla sicurezza per consentire il debutto, per ora parziale, della B1, la nuova linea della metropolitana che collegherà la stazione Bologna della B alla Jonio, che sarà anche una fermata della D, quest'ultima ancora linea «virtuale». Non solo. Quello inaugurato stamattina è un collegamento «monco», perchè si fermerà a Conca D'Oro. La Jonio, infatti, è ancora da ultimare e mancano cinque chilometri del tracciato. La prima corsa, alle 5.30, collegherà i quartieri a nord-est della città (Nomentano, Trieste, Montesacro, l'Africano) con l'Eur, la Magliana, il Centro, Pietralata e la Tiburtina. In base alle stime degli esperti, la B1 avrà una capacità di trasporto di 24mila persone l'ora per ogni senso di marcia. La nuova infrastruttura ha anche avuto un impatto «paesaggistico» sulle zone attraversate in seguito all'intervento architettonico delle stazioni Sant'Agnese-Annibaliano, Libia e Conca d'Oro. Le stazioni si sviluppano in profondità, su più livelli raggiungibili grazie a quindici ascensori e 67 scale mobili, oltre alle normali scale non meccanizzate. Si è provveduto anche a creare in ogni fermata una piazza ipogea, che ha pure la funzione di alleviare un'eventuale sensazione di disagio del viaggiatore provocata dalla discesa in profondità per accedere ai treni. A Sant'Agnese-Annibaliano e Libia le banchine dei treni sono sovrapposte. La seconda è la più «profonda», con i 36 metri dal livello dalla strada di una delle due banchine. Anche l'incasso giornaliero della B1, come quello di tutti i mezzi di trasporto pubblici capitolini, verrà devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia-Romagna. Lo hanno annunciato il sindaco Gianni Alemanno e l'assessore capitolino alla Mobilità Antonello Aurigemma. «Alle 5.30 apre la linea B1 - ha affermato il primo cittadino - perché abbiamo finalmente ottenuto tutti i permessi dalla Regione, dal ministero e dagli altri enti. Adesso daremo tutte le informazioni alla cittadinanza per evitare confusione, anche con il piano bus che si adeguerà a questa nuova situazione». Aurigemma ha spiegato che il Campidoglio ha stampato biglietti per il trasporto pubblico denominati «100 minuti per l'Emilia», e si è stabilito che «l'intero incasso derivante dalla vendita dei titoli di viaggio Bit nella giornata sarà devoluto in favore dei nostri sfortunati connazionali. Un piccolo gesto di solidarietà con il quale vogliamo incoraggiare la gente dell'Emilia a non mollare - ha concluso l'assessore alla Mobilità - e a far sì che anche sul loro territorio le grandi opere possano ripartire ed essere portate a termine il prima possibile». La nascita della B1 provocherà una piccola rivoluzione anche nel trasporto di superficie. Da lunedì 18 giugno scatterà il piano di riordino elaborato dall'Agenzia Servizi per la mobilità per conto del Dipartimento per la Mobilità di Roma Capitale. I cambiamenti, che coinvolgeranno in modo più sensibile i cittadini del IV municipio, e parzialmente quelli del II e il III, riguarderanno 41 linee bus su un totale di 48 del quadrante interessato. Ventisei saranno le linee modificate o prolungate: 24 Atac, più due Roma Tpl. Sette le linee di nuova istituzione: 82, 83, 89, 336, 351, 435, 690. Sette le linee sostituite: 36, 36F, 80L, 90D, 345, 342F, 630. Otto quelle invariate: 69, 135, 211, 235 302, 310, 337, 340. Sette i nuovi capolinea di superficie: Fidene, Quarrata, Porta di Roma, Petroni, Conca D'Oro, Nomentana, Makallè, Panaro. Due, infine, i capolinea dismessi: Sempione e Val D'Ala). E, a proposito delle modifiche dei mezzi di superficie, Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani ha chiesto all'Atac «di non sospendere per i primi tre mesi le tradizionali linee di bus, in modo di verificare il funzionamento della B1 e dare tempo ai cittadini di organizzarsi».