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Codici in bagno Sospeso all'Ergife il concorso per avvocati

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Tensioni e proteste al concorso per l'avvocatura di Stato a Roma poi sospeso dalla stessa Commissione. Diversi candidati, dopo l'inizio della prova che si stava svolgendo all'Hotel Ergife, hanno protestato contro «irregolarità nelle procedure e poca vigilanza perché - hanno detto - c'era gente che copiava». Durante le proteste, oltre a fischi e urla, alcuni aspiranti avvocati si sono alzati intonando l'inno di Mameli. Sul posto sono intervenuti gli polizia e carabinieri per sedare gli animi. «Al concorso è scoppiata praticamente la rivoluzione, quando si è scoperto che alcuni candidati erano entrati con i codici "commentati", che non sono ammessi: abbiamo cominciato a chiederci quanti altri candidati fossero riusciti ad aggirare i controlli ed è successo il finimondo». A raccontarlo è uno dei partecipanti al concorso per l'avvocatura di Stato poi sospeso dalla stessa Commissione. «Il culmine - ha aggiunto il candidato - è stato quando si è scoperto che alcuni giovani, tra cui la figlia di un avvocato dello Stato, il giorno prima erano riusciti a far entrare un codice "commentato". La contestazione è diventata non più arginabile, il presidente non riusciva più a parlare perché costantemente sovrastato dalle proteste e dai candidati che intonavano l'inno di Mameli. È arrivata la polizia che ha iniziato a spingere e strattonare alcuni dei concorsisti, con maniere anche brusche, tanto che viene preso in mezzo pure un disabile. Intorno alle 15.45 - ha poi concluso - hanno finalmente deciso di annullare la prova nonostante il presidente avesse dettato una traccia che nessuno era riuscito neppure a sentire». Secondo alcuni candidati all'interno dei bagni sarebbero stati trovati i codici commentati insieme ai timbri della commissione.

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