Scontri, "er pelliccia" condannato a 3 anni
Il pm voleva che finisse in carcere per otto anni. Fabrizio Filippi alla fine del processo si è invece visto infliggere cinque anni in meno: trentasei mesi di galera per aver lanciato l'estintore contro le forze dell'ordine. A distanza di un anno e mezzo dalla guerriglia urbana scoppiata a piazza San Giovanni durante la manifestazione degli indignatos, "Er Pelliccia" ha ascoltato la sentenza emessa dal giudice dell'udienza preliminare Giovanna Coccoluto, che lo ha giudicato seguendo il rito abbreviato, che ha permesso al giovane di 24 anni, originario di BassanoRomano, di ottenere un terzo di sconto di pena. Contro Filippi si erano costituiti parte civile Roma Capitale e l'Atac: l'imputato dovrà risarcire entrambe le parti civili con diecimila euro. La fotografia di Filippi, a torso nudo, mentre lancia l'estintore, ha fatto il giro del mondo, pubblicato su gran parte dei siti di informazione. È diventata l'immagine simbolo di ciò che è accaduto nella Capitale il 15 ottobre 2011, quando nel cuore della città ci sono stati scontri tra le divise e gruppi di estremesti violenti. In base a quanto accertato dal pubblico ministero Francesco Minisci, Filippi durante il corteo aveva lanciato l'estintore contro agenti delle forze dell'ordine, tra i quali il vicequestore aggiunto Claudio Cacace. Il manifestante è stato arrestato due giorni dopo ed era stato identificato grazie un tatuaggio che ha sul fianco sinistro e che era stato messo in luce dalle riprese televisive: "Nonostante tutto l'odio con cui il vostro mondo è stato plasmato, il mio amore continuerà a vivere". "Er pelliccia", è rimasto dietro le sbarre per 23 giorni. Ora è libero ed ha ricominciato a studiare per finire l'università. Il pm aveva chiesto la condanna di Filippi a 8 anni di reclusione per resistenza aggravata e violenza a pubblico ufficiale e per devastazione. Il gup, invece, ha attribuito al 24enne solo il primo reato. Filippi, fin dal primo giorno, non ha potuto negare di aver lanciato l'estintore, ma ha sempre sostenuto che non era sua intenzione colpire gli agenti. Quel giorno i disordini scoppiarono anche in via Cavour, dove furono saccheggiati negozi, spaccate le vetrine, danneggiati i bancomat delle banche e le automobili che erano parcheggiate sono rimaste distrutte dalle fiamme. Durante gli scontri sono state lanciate anche bombe carta e i blindati delle forze di polizia sono stati presi d'assalto. Il tutto ha comportato, tra l'altro, al ferimento di una settantina di persone, tra manifestanti e agenti. Quello che è accaduto, secondo chi ha indagato, era stato stabilito a tavolino dai rivoltosi, era un piano già studiato per creare caos e aggredire chiunque indossasse una divisa. "Siamo estremamente soddisfatti della decisione del gup perché riconosce che il mio assistito non era uno dei capi della guerriglia e ha fatto decadere il reato di devastazione", ha commentato l'avvocato Vincenzo Gambera, difensore di Filippi. E ancora: "Fabrizio - ha continuato il penalista - ha capito di aver sbagliato, ha ripreso a studiare psicologia e a condurre la vita tranquilla di sempre. Anche i suoi genitori sono molto più sereni". Infine, il legale ha voluto ringrazia anche i magistrati che si sono occupati del caso, dal giudice per le indagini preliminari a quello dell'udienza preliminare, i quali "hanno compreso che il ragazzo andava sì punito ma anche aiutato a superare quella che è stata solo una parentesi della sua vita".