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Per Renata serve un centrodestra moderato

Eur, la governatrice all'assemblea di Città Nuove

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Battesimo da leader di partito per Renata Polverini all'Eur con oltre mille persone. «Non posso dimettermi con tutta questa gente», dice in merito all'ipotesi ventilata in un'intervista, in tubino rigorosamente rosso e tacchi a spillo, sorridendo ai giornalisti qualche attimo prima di fare il suo ingresso al Pala Atlantico, dove ieri si è svolta l'Assemblea di Città Nuove. Poi, entra, bacia gli esponenti della sua lista e la mamma Giovanna in prima fila, canta l'inno d'Italia che apre la kermesse con sole note, e applaude al pubblico: «Grazie per la presenza numerosa. Siamo qui per dare una risposta importante al nostro Paese». Microfono in mano e sgabello, la Polverini conduce l'evento con diversi video che si susseguono. In platea, assessori della sua Giunta, consiglieri regionali e comunali, ex presidenti di agenzie regionali. Sul palco l'opera di uno scultore viterbese che ritrae tre operai. «Abbiamo deciso di dare un segnale politico perché la politica deve essere rimessa al centro. Gli uomini commettono spesso sempre gli stessi errori, ma poi arriva una persona più lungimirante che riesce a dare alla gente una via d'azione politica. Vogliamo far vivere meglio chi rappresentiamo tramite l'impegno di professionisti della vita civile». Politica, Famiglia, Lavoro, Ambiente, le quattro parole chiave. E un «Pantheon» composito. Da Pericle e la sua «Lettera agli ateniesi» per puntare sul merito, passando per De Gasperi, il New Deal di Roosvelt e i principi del Nobel Sen in tema di sviluppo fino ad Adriano Olivetti e Benedetto XVI, Al Gore e lo scrittore inglese Scruton. Un mix. Anche perché «non guarderemo se chi si associa con noi ha altre tessere. Vogliamo uscire dalla logica dei ras locali. No al personalismo della politica», tuona dal podio. E l'appello: «Vogliamo contribuire al polo del centrodestra dei moderati. La politica si fa con l'obiettivo di vincere per governare. Alle Regionali abbiamo vinto senza la lista del Pdl perché la gente crede nelle persone. Mi rifiuto di fare politica del franchising e la spinta che passa per la rete. La politica voglio farla fra le persone», scandisce, annunciando una raccolta firme «per una riforma della legge elettorale», una campagna di formazione degli eletti; «l'istituzione del Senato delle Regioni» e un «Parlamentino del territorio» aperto a tutti per risolvere i problemi locali. Conclusione sulle note di Battisti: «Sentiamo il dovere morale di cambiare il Paese. Un patto forte con l'Italia: quella delle persone serie».

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