Nuovo colpo di scena.
Esistonoinfatti altre 12 alternative a Pian dell'Olmo e agli altri sei siti indicati dalla Regione. Sono tutte cave non attive, tutte a Roma e tutte contenute nel «Piano di individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti», che ieri la Provincia di Roma ha inviato alla Direzione regionale Attività produttive e Rifiuti. «Da una prima lettura da parte dei tecnici regionali, sono state individuate nel solo Comune di Roma almeno altre 12 cave non in esercizio - dice la Regione in una nota - Sarebbe opportuno quindi un approfondimento da parte del ministro Clini, del commissario Sottile e di Roma Capitale, destinatari delle stesse cartografie, per verificare se esistono ipotesi alternative a Pian dell'Olmo prima di decidere il sito per la discarica provvisoria». Il meccanismo fissato dal Piano rifiuti regionale dice che la Regione fissa i criteri di idoneità, la Provincia mappa le aree secondo quei criteri e il Comune, infine, sceglie. Ma il sindaco Gianni Alemanno, che da mesi sostiene che un sito idoneo a Roma non c'è e che su Pian Dell'Olmo si è scontrato contro il muro degli ex Forza Italia, tiene il punto: se la Regione ha fissato l'Ato a livello provinciale, perché il sito deve essere per forza a Roma? «Io non dico di no - spiega - ma prima si guardi una volta per tutte e con trasparenza all'idoneità, al di là della politica. Se il sito più idoneo sarà individuato a Roma allora ci rassegneremo. Però è puerile dire "a Roma i rifiuti di Roma": ogni giorno arrivano un milione di pendolari e di turisti. Pian dell'Olmo? Magari può essere il meno peggio, ma io non lo so: verifichiamo». «Il commissario Sottile deve impegnarsi sul funzionamento a pieno regime degli impianti Tmb e indire la gara per la costruzione del quinto impianto - attacca il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino - Lasci stare la ricerca di discariche, lasci stare l'elenco dei siti della Regione, perché si è rivelato approssimativo, e s'impegni sul fronte del trattamento. Solo così si esce dall'emergenza. Visto che Alemanno ha già ampiamente dimostrato di essere assolutamente incapace di prendere una qualsiasi decisione sui rifiuti, mi auguro intervenga il prefetto. Non c'è spazio per il tal quale in nessun luogo di nessuna città, di nessuna provincia. Spero che anche Clini spinga in questa direzione. Se pensa invece di fare un'operazione interessando aree della provincia romana incontaminate, per esempio Pizzo del Prete, ha capito male». Insomma, lo stallo totale è a un passo dal concretizzarsi, anche perché all'orizzonte c'è l'ennesimo valzer di approfodimenti tecnici. Nel frattempo Roma «è a un passo dall'emergenza», come ha ammesso lo stesso prefetto Sottile sentito ieri in commissione Ambiente alla Pisana. «Dobbiamo trovare il modo di andare avanti. Mi sono trovato sette siti indicati dalla Regione e mi assumo tutte le responsabilità della decisione di Pian dell'Olmo, il più aggregante delle posizioni del sindaco, e dei presidenti di Provincia e Regione. E su questo ha convenuto anche il ministro Clini», ha ribadito il commissario davanti ai consiglieri regionali che martedì discuteranno sul tema dei rifiuti nel Consiglio straordinario che con tutta probabilità boccerà all'unanimità o quasi l'ipotesi di realizzare la discarica a Pian dell'Olmo. A Sottile non è neanche riuscito il tentativo di sparigliare ipotizzando di inviare all'estero la spazzatura della Capitale. Un'idea rispedita al mittente sia dalla governatrice Polverini che da Alemanno. Per cui a Sottile non resta che tirar dritto su Pian dell'Olmo: «L'ho detto anche a Clini. Stiamo acquisendo le aree per l'occupazione. Il tempo è nemico, l'Ue ci guarda. Pian dell'Olmo ha le caratteristiche di una discarica provvisoria, ha una capacità di due anni. La falda è a una distanza che lo consente, il Tevere è lontano. Vincoli archeologici non ce ne stanno, c'è solo una attenzione generale su tutta l'area. Il suo difetto vero è la viabilità». Il prefetto cerca «il consenso di tutti gli enti, sono pronto a un tavolo di consultazione permanente». Impresa difficile: tutti i consiglieri regionali si sono detti contrari, da Bernaudo e Irmici (Pdl) a Maruccio e Bucci (IdV), Nieri e Nobile (Sel-Fds), Sbardella (Udc), Pasquali (Fli), Mei (Api) e Di Stefano (Pd).