Ricucci a giudizio per bancarotta
Sarà sul banco degli imputati a partire dal tre ottobre. L'immobiliarista Stefano Ricucci è stato rinviato a giudizio, con altre dieci persone, in relazione all'inchiesta condotta dai pm Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli per bancarotta fraudolenta, distrazione e dissipazione. Lo ha deciso ieri il gup Elvira Tamburelli. Ricucci affronterà il processo davanti ai giudici della V sezione penale in qualità di "dominus" e gestore di fatto della "Magiste Real Estate spa". Con lui alla sbarra anche il padre Matteo e la madre Gina Ferracci. Accusati anche l'ex cognato dell'imprenditore, Francesco Bellocchi, l'ex commercialista di fiducia Luigi Gargiulo e alcuni ex componenti del collegio sindacale ed ex amministratori di società riconducibili allo stesso immobiliarista. A giudizio, per la distrazione di ingenti somme di denaro ai danni della Magiste International, è finito pure Fabrizio Lombardo, genero di Cesare Geronzi, oltre agli stessi Ricucci e Gargiulo. Per la scalata della Rcs Ricucci venne arrestato nel pomeriggio del 18 aprile 2006 con le accuse di aggiotaggio e rivelazione del segreto d'ufficio. Gli furono inoltre contestate anche le ipotesi di bancarotta fraudolenta, false fatturazioni ed occultamento di scritture contabili. Il 19 gennaio 2007 è stato decretato, dal Tribunale di Roma, il fallimento per la "Magiste International". A giugno Ricucci venne inscritto sul registro degli indagati, insieme con l'ex Governatore di Bankitalia Antonio Fazio, all'imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, e ad altri immobiliaristi tra cui Danilo Coppola e Giuseppe Statuto, per la scalata di Unipol a Bnl con l'accusa di aggiotaggio ed insider trading. Il 28 dicembre 2007 l'immobiliarista versò 25.6 milioni di euro all'erario italiano con l'obiettivo di "sanare" le sue posizioni riguardanti gli anni compresi tra il 2001 e il 2005. Il 31 ottobre 2011 il tribunale di Milano ha confermato a Ricucci la condanna in primo grado a tre anni e sei mesi più 900.000 euro di multa per la scalata Bnl-Unipol. Quella di Ricucci è la storia di un "self made man". Figlio di un autista d'autobus, nasce a Roma e cresce a San Cesareo. Inizia a lavorare come cameriere, seguendo contemporaneamente un corso di odontotecnica, attività che poi svolgerà nella Capitale. La sua fortuna arriva con la compravendita di terreni agricoli e immobili nella città eterna. A detta di Ricucci medesimo, questa attività è potuta iniziare grazie a un terreno agricolo di famiglia divenuto edificabile, che avrebbe venduto ottenendo il capitale iniziale da cui è partito per costruire il suo impero, basato sul meccanismo dell'acquisto e rivendita di terreni e immobili. Ricucci fa il suo ingresso nel mondo della finanza italiana reinvestendo 100 milioni di euro di plusvalenze in alcune grandi «casseforti», come Hopa (1,4%), Banca Popolare di Lodi (0,9%), Reti Bancarie (1%), Investimenti Immobiliari Lombardi (0,4%) e Banca Valori (1%). Giunge a detenere il 5% circa di Capitalia, venduta nel 2003 con un guadagno di 120 milioni di euro. Sposato e divorziato, nel 2005 è convolato a nozze con l'attrice Anna Falchi, dalla quale si e separato consensualmente due anni più tardi.