Rapine in gioielleria preso un Pink Panthers

Stava progettando un grosso colpo, in gioielleria o al caveau. Uno di quelli che avrebbe fatto riparlare della banda dei «Pink panthers», ex militari della vecchia Jugoslavia diventati ladri e rapinatori internazionali. L’altra sera i carabinieri della Compagnia di Frascati lo hanno arrestato in zona Arco di Travertino, tra via Appia Nuova e via Tuscolana. È un kosovaro di 39 anni, una volta sottufficiale dell’antiterrorismo slavo, un catturando che ha fatto mettere al lavoro anche i servizi segreti dell’Aisi. Deve scontare un residuo pena, quattro mesi di reclusione per furto aggravato. I militari della stazione lo pedinavano da tempo. Conoscevano il suo passato: già dieci anni fa era stato arrestato a Frascati. Sapevano anche il suo livello criminale. Seguivano i suoi spostamenti e annotavano gli incontri che aveva. Un’ordinanza del Tribunale di Sulmona ha fatto scattare l’intervento. Alle 23, i militari lo hanno fermato. Gli hanno chiesto i documenti d’identità, lui ha esibito un passaporto bulgaro parlando un italiano fluente, perfezionato durante il periodo di convivenza con un’italiana. Ma il passaporto era falso, come il nome, avendo riferito uno dei tanti alias di cui in passato si è avvalso. Nel corso della perquisizione i carabinieri hanno trovato dell’altro: attrezzature da scasso, sofisticate, da professionista. Però il materiale più interessante sarebbe stato trovato nel computer. Si tratterebbe di tracce di un piano ancora incompleto per svaligiare un ricco obiettivo e, probabilmente, non da solo. Nella memoria del pc, gli investigatori hanno trovato contatti e corrispondenza con altri soggetti ritenuti molti vicini ai Pink panthers, ben inseriti in quel network criminale e coi quali, forse, il kosovaro preparava il blitz. È da qui che partono le indagini del capitano Giuseppe Iacoviello. L’attrezzatura da scasso rinvenuta stona. Perché un ladro "d’autore" dovrebbe delinquere come un topo di garage, negozi o appartamento? Preparare il grosso colpo potrebbe costare parecchio. E i soldi se non si hanno bisogna trovarli. Il kosovaro sarebbe il secondo pink panthers arrestato in breve tempo. Prima di lui, a marzo, la sezione Antirapina della Squadra mobile ha messo le mani sul presunto basista del colpo da oltre un milione di euro alla gioielleria Coin, nei pressi di piazza di Spagna, avvenuto nel febbraio scorso. Marianovic Mitar, 60 anni, sarebbe stato tradito da un’impronta digitale trovata su uno dei sacchetti usato per mettere i gioielli. I rapinatori erano tre. Uno era in auto (Mitar), due entrarono, razziarono e fuggirono in motorino perdendo parte del bottino perché scivolarono con lo scooter in via della Scrofa per evitare un taxi che raccolse i preziosi e li portò al commissariato Aurelio. Loro due non sono stati ancora catturati.