Il Fronte dell'acqua pubblica a Largo Argentina

«Alemannodeve ritirate la delibera per la vendita di Acea e la holding, si può trincerare quanto vuole dietro l'opposizione cattiva e sconsiderata ma in verità è buona parte della sua maggioranza a non voler giustamente tradire il voto dei romani al referendum» si legge in una nota di Legambiente che ha promosso ha insieme a varie associazioni e al CRAP l'angolo dell'informazione No privatizzazione a Largo «per rendere partecipi i cittadini». «La città è del tutto contraria a questa scelta di vendita dei servizi pubblici, come era già stato chiaro con i referendum, Alemanno può fare tutti i video che vuole, raccontare di riduzioni di bollette, paventare fantomatici investimenti, ma ciò che i cittadini vogliono è una gestione pubblica e partecipata di un bene comune importante come l'acqua» dichiara il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati. Sulla vicenda delle quote Acea sono scesi in campo pure gli onorevoli Roberto Morassut e Maria Coscia, ex assessori della Giunta Veltroni: «Alemanno con la delibera 32 firma le sue dimissioni in bianco da sindaco di Roma. Il sindaco - spiegano i deputati Pd - si è chiuso in un vicolo cieco da cui non è in grado di uscire e cerca disperatamentre e con dei colpi di mano di raggirare i regolamenti e approvare una colossale svendita di una società pubblica ai danni dei romani». Ed ecco la loro chiave di interpretazione: «Il sindaco - concludono e Morassut e Coscia - punta probabilmente al commissariamento per trovare un alibi e una via di fuga rispetto alla totale incapacità dimostrata da lui e dalla sua giunta in questi anni, incapacità che ha trasformato la capitale da modello di sviluppo economico e sociale a simbolo di malgoverno e ressione. La vicenda della svendita di Acea è emblematica di questo fallimento: una società sana e con un bilancio in attivo, versa oggi in una situazione drammatica e la conseguente svalutazione delle sue quote è lo specchio del degrado in cui Alemanno ha trascinato la città».