Corpus Domini A San Giovanni in 15mila
La Capitale prega insieme al suo Vescovo. Una testimonianza pubblica di fede per ribadire l’unità della Chiesa attorno al Pontefice. E anche la risposta della Roma di chi crede non si è fatta attendere. Ieri sera, in Piazza San Giovanni, la celebrazione del Corpus Domini, tradizione solenne che risale al lontano 1264. In concomitanza con altre iniziative in varie città d’Italia, in tanti hanno preso parte alla S. Messa celebrata sul sagrato della Basilica da Benedetto XVI e alla processione eucaristica del Santissimo sacramento che ha percorso via Merulana (la stessa nella quale l’anno scorso i black bloc hanno distrutto la statua della Madonna di una parrocchia) fino a Santa Maria Maggiore. La gerarchia ecclesiastica della città, al completo, con uno striscione con su scritto "La Diocesi di Roma con il suo Pastore", ha fatto proprio l’invito lanciato qualche giorno fa dal Cardinale Vicario, Agostino Vallini a "partecipare numerosi per testimoniare pubblicamente l’unità della Chiesa di Roma", soprattutto "in un momento in cui la Sede di Pietro è fatta oggetto di gravi e ingiuste illazioni che disorientano la gente". Tutti insieme davanti al Papa. E poi anziani, famiglie, bambini, separati, tanti giovani. Compostezza, serietà, silenzio, raccoglimento. Senza parole di troppo. Solo fiaccole in mano. Un torpedone umano ha sfilato affidando le proprie intenzioni ad un comune sentire. Tutt’intorno, strade offlimits, capillari controlli di sicurezza, 17 linee bus deviate, traffico impazzito. "C’è bisogno di fede ora più che mai», afferma Angela, prima che abbia inizio la liturgia, mamma separata con una figlia quattordicenne. «Non siamo in un bel momento in generale. E i problemi non si contano più. Mi affido a Dio perché credo nella giustizia divina. Lui vede e comprende tutto". Federica, sedicenne romana, non ha voluto disattendere un appuntamento emozionante: "è come una festa, una preghiera per la città. E stare qui insieme al Papa stasera mi infonde fiducia. Credo che anche per altri miei coetani sia così", dice. Ci sono associazioni, volontari, movimenti, comunità straniere, le mamme con i bambini sul prato, coppie mano nella mano, turisti e c’è pure chi tornando dal lavoro non ha rinunciato a "fare un salto per ascoltare Benedetto XVI". Presente alla cerimonia il sindaco Alemanno. Sul Vatileaks non c’è troppa voglia di esprimere pareri. "Ora è il momento di stare insieme pregando col Papa, affidandosi a Dio", il commento all’unisono del popolo capitolino. "Dobbiamo ribadirgli il nostro affetto. Roma gli vuole bene. Certe volte siamo disorientati dal ciò che succede e dimentichiamo le cose semplici», aggiunge una signora. E a chi ha smarrito se stesso e la fede ci pensa Papa Ratzinger a rispondere, negando che «il sacro non esiste più perché vive in Cristo e continua ad avere una funzione educativa. Senza si impoverirebbe anche la cultura e soprattutto la formazione dei giovani", dice nell’omelia, puntando a far riscoprire "il valore dell’adorazione eucaristica per trovare un giusto equilibrio" tra questa e la "valorizzazione dell’assemblea liturgica voluta dal Concilio Vaticano II". "Se, per esempio, in nome di una fede secolarizzata venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe appiattito", spiega. Fino a puntualizzare: "Viviamo una sorta di carestia spirituale e non bastano solo i riti sacri, ma serve la purificazione del cuore". Parole ferme e chiare. E i romani, ieri, hanno voluto stare al suo fianco.