Sei in manette per le patenti facili
Non serviva conoscere il codice della strada. Era superfluo saper guidare. E perfino parlare e leggere l'italiano. Per ottenere la patente bastava pagare. La «tariffa» andava dai due ai quattromila euro e il documento veniva rilasciato in meno di un mese. Un giro d'affari milionario, quello scoperto dagli uomini della Municipale agli ordini del vicecomandante Antonio Di Maggio e coordinati dal funzionario del reparto operativo del Gruppo sicurezza pubblica Sergio Ierace, che hanno arrestato sei persone, due titolari di agenzie automobilistiche e quattro funzionari della Motorizzazione di via Salaria e di via Laurentina. L'operazione fa seguito a quella portata a termine il 14 maggio sempre dai vigili urbani. Allora, grazie a una serie di bloccchi stradali, vennero ritirate le licenze di guida a quindici persone ed elevate 50 multe. Nel mirino erano finiti quasi tutti stranieri, in particolare cinesi e bengalesi traditi dalla loro scarsa conoscenza della lingua italiana. La seconda fase aveva come obiettivo autoscuole e motorizzazione. Le prime incassavano il denaro dai «clienti», i secondi venivano «oliati» per far superare gli esami a chi, altrimenti, avrebbe potuto scordarsi di mettersi al volante. In particolare, nella rete della Municipale sono finiti il titolare del consorzio «Bixio Settebello», al quale facevano capo una cinquantina di agenzie automobilistiche sparse per tutto il Lazio (Roma, Guidonia, Fiumicino, Civitavechia, Anzio, Nettuno, Castelli Romani), il titolare di un'agenzia di pratiche automobilistiche di Ciampino e i due funzionari in servizio sulla Salaria e sulla Laurentina. Gli indagati sono 59. I reati contestati ai sei arrestati sono concorso in concussione e corruzione e concorso in induzione in errore di pubblico ufficiale nell'emissione dei documenti di abilitazione alla guida. Gli investigatori hanno sottoposto per 45 giorni i sospettati a intercettazioni telefoniche e ambientali e hanno piazato microcamere-spia nei saloni della motorizzazione dove si svolgevano gli esami teorici. Dai controlli è emerso il «sistema» utilizzato dagli arrestati ia e via Laurentina. Dalle indagini e dalle intercettazioni telefoniche e ambientali è emerso un sistema che consisteva nella «vendita» delle patenti a un prezzo che andava dai due ai quattromila euro. Nel periodo preso in considerazione sono state rilasciate illecitamente un centinaio di licenze di guida. A pagare erano soprattutto cinesi, magrebini, egiziani, indiani, romeni, etiopi e moldavi. Ma tra le persone indagate ci sono anche due italiani, che avevano deciso di utilizzare la «scorciatoia» dopo essere stati bocciati più volte all'esame. A far salire i prezzi era anche la velocità con cui si riusciva ad assicurare la patente al cliente: la media era di circa 20-30 giorni. «L'operazione contro la pratica fraudolenta delle patenti facili è frutto di un lavoro in sinergia, che dimostra professionalità e competenza - ha dichiarato il sindaco Gianni Alemanno - Un segnale importante a garanzia non solo della legalità, ma della sicurezza degli utenti delle strade». E Samuele Piccolo, vicepresidente dell'Assemblea capitolina, ha chiesto che ai titolari delle autoscuole coinvolti, se giudicati colpevoli, «siano ritirate le licenze».