Concorsi fuori dal Gra decideranno i giudici
Giàcon poteri infinitamente ridotti sembra che neanche più l'utile strumento delle ordinanze sia consentito. In principio furono i cortei, poi l'alcol e adesso si contesta anche la decisione sul far disputare i maxiconcorsi fuori dal Raccordo Anulare. Per questo suona come l'ennesima beffa il ricorso al Tar proposto dall'Ergife Polo Congressuale all'ordinanza emessa dal sindaco Alemanno dopo la paralisi totale del quadrante nord della città lo scorso 11 aprile con oltre 22 chilometri di fila sull'Aurelia per le prove di accesso alla facoltà di Medicina della Cattolica. Alla valanga di polemiche il primo cittadino rispose appunto con l'ordinanza, emessa in qualità di Commissario all'emergenza traffico, nella quale si stabiliva che i concorsi con più di 3000 partecipanti debbano essere svolti fuori del Gra. Nel particolare, vale la pena ricordare, che il provvedimento del Campidoglio precisa tra l'altro che «potranno essere utilizzate più sedi garantendo la contestualità dello svolgimento delle prove» oppure «potrà essere utilizzata la medesima sede, ripartendo i concorrenti su più turni nell'arco della stessa giornata o di più giornate». La mancata ottemperanza alle prescrizioni indicate comporterà l'applicazione di sanzioni pecuniarie e «il soggetto inadempiente sarà unico ed esclusivo responsabile di tutti i costi direttamente conseguenti alla mancata osservanza del provvedimento, sostenuti dall'Amministrazione, nonchè delle eventuali azioni risarcitorie». I profili d'illegittimità sollevati con il ricorso al Tar sono: il comune di Roma non ha aperto alcun tipo di contraddittorio con i rappresentanti degli unici due Poli congressuali presenti sul territorio prima della decisione. Inoltre, si sostiene la carenza di motivazione giacchè s'indicherebbe il numero massimo di 3000 concorrenti per far uscire dal Gra i concorsi, senza aver compiuto alcuna istruttoria tecnica sulla congruità o meno dello stesso. Infine, si sostiene che l'unica struttura fuori dal Gra che consentirebbe lo svolgimento dei maxiconcorsi sarebbe la Nuova Fiera di Roma, e si creerebbe un conflitto d'interesse dato che nella quale Roma Capitale ha una partecipazione azionaria. Al di là del merito resta da chiarire il punto sostanziale che accompagna le ordinanze ovvero la possibilità reale per il sindaco, o meglio i sindaci, di amministrare la propria città. Un concetto politico prima ancora che tecnico da affermare pienamente o cancellare definitivamente.