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La Pisana dice stop alla strage dell'amianto

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Una nuova legge della commissione Ambiente rivoluziona il sistema di smaltimento

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Untema questo del quale se n'è parlato per anni e per anni nulla è stato fatto. Eppure i numeri reclamano un'urgenza oramai improcastinabile. «Nel lazio sono presenti tra le 360mila e le 700mila tonnellate di tetti e coperture in pericoloso cemento-amianto» riferisce l'utlimo dossier di Legambiente Lazio, presentato pochi giorni fa. «Si tratta di un'enorme superficie tra i 27,7 e i 53,9 milioni di metri quadrati - spiega il presidente Lorenzo Parlati - a questa cifra si aggiunge la presenza di oltre un milione di tonnellate di materiali contenenti amianto ancora in uso e certamente legati ai 572 casi scientificamente accertati di mesotelioma. Dei 1.304 siti censiti 1.054 si trovano in provincia di Roma, 94 in quella di Viterbo, 65 nell'area di Frosinone, 53 in quella di Latina e 34 in quella di Rieti». La legge che vieta l'estrazione e l'utilizzo dell'amianto risale a vent'anni fa. Nessuno però, a parte sporadici casi, ha varato mai un provvedimento attuativo per lo smantellamento e lo smaltimento del materiale tossico. Alla Pisana però il vento sembra aver cambiato rotta e delle tre proposte presentate si sta lavorando affinché la commissione eleabori un testo unico da portare poi in Consiglio per l'approvazione definitiva. Dei tre testi presentati, quello del presidente del Gruppo Misto, Antonio Paris punta in modo particolare a risolvere il problema dello smaltimento. Un nodo fondamentale per sbloccare in maniera definitiva tutti gli interventi di smantellamento. Il maggiore ostacolo dell'Eternit infatti non è tanto toglierlo laddove presente quanto smaltirlo in sicurezza. Ad oggi l'amianto viene "spedito" in Germania con un costo superiore rispetto allo smaltimento "in loco". «Eppure il nuovo metodo di smaltimento, tra i più sicuri al mondo è made in Italy - spiega Paris - il sistema in questione supera l'avvolgimento dell'amianto nel nylon e si concentra sul suo immagazzinamento in parallelepipedi di cemento pre-fabbricati e che, una volta accolto il materiale pericoloso, verranno sigillati. È un metodo che facilita gli spostamenti logistici, non necessita di altri trattamenti né di discariche aggiuntive e ci mette al riparo dal pericolo della fuoriuscita di percolato dannoso per ambiente e salute». Questo è uno dei punti chiave per l'approvazione non di una legge ma della legge migliore possibile per scrivere finalmente la parola "fine" alla strage silenziosa dell'amianto.

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