I conti dell'Ater sorvegliati speciali
L'assessorealla Casa della Regione, Teodoro Buontempo snocciola dati e provvedimenti «fatti, non chiacchiere» per dare un messaggio concreto in un periodo di crisi. Assessore Buontempo, l'introduzione di nuovi criteri nelle graduatorie di accesso alle case popolari è stata una rivoluzione silente e spesso anche incompresa. Perché? «Abbiamo una società profondamente cambiata in questi ultimi anni ma che non è stata evidentemente compresa dalle istituzioni. Penso ad esempio ai giovani precari che non avendo stabilità economica hanno praticamente bloccata ogni via di accesso al credito e dunque la possibilità di avere una casa e costruire una famiglia. Stesso discorso vale per gli anziani che pur non rientrando nella soglia di disagio stanno avendo enormi difficoltà economiche nel vivere della sola pensione. Che dire poi delle coppie che si separano e che gettano nel dramma della casa uno dei due coniugi. Numeri che se fino a dieci, quindici anni fa erano tutto sommato sotto controllo, oggi non lo sono più. Con l'introduzione dei nuovi criteri nelle graduatorie di assegnazione delle case popolari, così come nella richiesta di un mutuo, sociale appunto, abbiamo inserito anche loro». Ecco, parliamo del mutuo sociale, diventato legge poco meno di un anno fa e adesso realtà con l'imminente approvazione del regolamento attuativo, funzionerà? «È una risposta concreta, reale alla crisi che stiamo vivendo. La nostra Regione in questo è stata lungimirante, tanto che stiamo ricevendo molte richieste da parte di altre regioni e comuni. Consentire a chi non ha uno stipendio fisso o a chi può perdere il lavoro perché detentore di un contratto a tempo, di prendere un mutuo che non sia superiore al 20% del proprio reddito significa consentire alle persone, alle famiglie di vivere con serenità. Lo stesso discorso vale per il fondo di garanzia speciale pensato anche per gli anziani che oggi sono costretti a vendere in nuda proprietà la propria casa perché hanno bisogno di liquidità. Queste persone, che non hanno un'età "bancabile" devono essere aiutate». Edilizia residenziale pubblica significa Ater, le aziende territoriali regionali che hanno in gestione gli immobili "sociali". Spesso si tratta di aziende perennemente in passivo con enormi problemi sulla manutenzione degli edifici. «La riforma delle Ater è un mio pallino fisso dal momento in cui sono entrato a far parte della giunta Polverini con la delega alla Casa. Le Ater devono innanzitutto recuperare le morosità e far pagare il giusto agli inquilini. Devono poi farsi parte attiva nel settore in termini di progettazione e realizzazione dei nuovi alloggi. Un approccio diverso nel quale deve rientrare l'idea di una casa pubblica di qualità. Non voglio più vedere e sentire che le case popolari sono scadenti. Nelle nuove costruzioni, ad esempio a Latina abbiamo utilizzato tutti i criteri di bioedilizia, cosa che si dovrà fare adesso per ogni nuovo alloggio. Basta con le "case degli ultimi"». Eppure di soldi per l'emergenza casa ne sono stati erogati tanti negli anni. Che fine hanno fatto? «Lo scopriremo presto. Sta infatti per essere istituita una commissione ad hoc per capire dove e come sono finiti i finanziamenti pubblici. Un controllo della Regione che verrà stabilizzato anche per le nuove costruzioni, verificheremo i lavori prima, durante e dopo, compresi i materiali utilizzati. Il problema dei soldi è soprattutto quello di come si spendono». Parliamo di Imu, l'imposta viene applicata anche agli alloggi popolari. «È una vergogna, ho già protestato nelle sedi preposte. Come possono i sindaci pretendere una tassa dalle Ater che di fatto offrono un servizio sociale a loro vantaggio? Spero vivamente che su questa follia si torni indietro».