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Ultimatum dell'Ue: 2 mesi per adeguare Malagrotta

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La Commissione europea ha chiesto all'Italia di adeguare entro due mesi la discarica di Malagrotta ai requisiti previsti dalla legislazione europea in materia di trattamento dei rifiuti. Se ciò non dovesse accadere la Commissione può decidere di rinviare il caso alla Corte di giustizia europea. La decisione è stata presa su indicazione del commissario per l'Ambiente, Janez Potocnik, che ha inviato a Roma un parere motivato sulla vicenda. Il sito di Malagrotta contiene rifiuti che non hanno subito il necessario pre trattamento e, ipotizza la Commissione, lo stesso potrebbe essersi verificato in altre discariche del Lazio. "Le discariche che non rispettano la legislazione europea - scrive la Commissione - costituiscono una grave minaccia per la salute e l'ambiente". Quello di oggi è il secondo avvertimento all'Italia in merito alla discarica di Malagrotta, dopo una prima lettera, datata 11 giugno 2011, con la quale la Commissione europa aveva invitato Roma ad adeguare l'impianto. La direttiva europea sulle discariche stabilisce che i rifiuti debbano essere trattati prima di essere stoccati nel sito e quindi sottoposti a processi fisici, termici, chimici o biologici, per ridurne il volume e l'eventuale pericolosità, facilitandone così la gestione e il recupero. Un'indagine dell'Unione europea ha mostrato che i rifiuti portati nella discarica di Malagrotta, così in come altre aree del Lazio, non subiscono alcun trattamento prima di essere interrati. Per la Commissione "il piano di gestione rifiuti adottato dal Lazio» contiene alcune discrepanze tra la capacità della Regione di trattare meccanicamente e biologicamente i rifiuti e la quantità di rifiuti stessi prodotti sul territorio«. Un deficit che, per l'Europa, è pari a 126.891 tonnellate all'anno in provincia di Latina e oltre un milione di tonnellate all'anno in provincia di Roma. »Di conseguenza - si legge nella nota - una notevole quantità di rifiuti finisce in discarica senza subire un trattamento adeguato".

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