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Ecco i "furbetti" delle case popolari

Case popolari Ater

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Finora si trattava di una voce che trovava conferma soltanto da indiscrezioni circoscritte a qualche caso, magari legato a un nome famoso. Adesso invece, grazie a rapporti di collaborazione sempre più stretti tra l'Ater Roma, ovvero l'azienda regionale che gestisce il patrimonio residenziale pubblico, e l'Agenzia delle Entrate e l'Anagrafe di Roma, il quadro è, senza dubbio, molto più chiaro. A rappresentarlo ieri il presidente dell'Ater Roma, Bruno Prestagiovanni. «Abbiamo scoperto oltre 12mila persone che dichiarano all'Ater redditi non corrispondenti a quanto comunicato all'Agenzia delle Entrate, per una differenza di 50.794.435 euro - annuncia Prestagiovanni - Ci sono 2813 nuclei familiari che dichiarano all'Ater redditi pari a zero: di questi 621 nuclei, pari al 22,08%, dichiarano all'Agenzia delle Entrate redditi per 4.159.699 di euro». I «furbetti» del mattone pubblico e sociale insomma sono migliaia. Incrociando i dati del censimento effettuato dell'Ater Roma nel 2009 e dalla dichiarazione dei redditi dell'Agenzia delle Entrate per l'anno 2009 le sorprese non sono state poche. Innanzitutto va chiarito che i 12.565 "furbetti" che dichiarano redditi non corrispondenti a quanto denunciato all'Agenzia delle Entrate non solo si trovano a pagare un canone del tutto inferiore a quanto dovuto ma nella maggior parte dei casi risultano perfino morosi. Ragionando sempre per numeri complessivi i 12.565 inquilini non solo danneggiano l'Ater con minori entrate sul canone annuo stimate in 2 milioni 177 mila euro ma risultano anche debitori per mancato pagamento del canone pari a 4 milioni 583.440 euro. Il punto dunque è che non solo pagherebbero meno di quanto potrebbero, e dovrebbero, ma non pagano affatto. E non finisce qui. L'Ater Roma ha poi calcolato la rimodulazione dei canoni di affitto in base a quanto effettivamente dichiarato all'Agenzia delle Entrate di 429 nuclei che ad oggi pagano il minimo (avendo dichiarato reddito zero). Il canone minimo mensile che si paga per abitare in una casa popolare è di 7,75 euro al mese. Complessivamente queste 429 famiglie garantirebbero oggi un canone annuale di 45.105 euro. Rimodulando in base alle reali condizioni economiche invece, l'Ater Roma incasserebbe 260.534 euro. Nel particolare, dei 429 nuclei, 42 resterebbero nella fascia "A" e dunque continuerebbero a pagare 7,75 euro al mese; 108 famiglie invece passerebbero dalla fascia A alla B1, vedendo aumentare il canone a 26,37 euro; 119 nuclei andrebbero in fascia B2 per un affitto di 28,47 euro; altri 58 pagherebbero invece 42,88 euro al mese, altri 32 54,38 euro; 37 famiglie pagherebbero poi 68,63 euro: altri 5 nulcei familiari passerebbero a un canone di 88,52 euro; per 5 locatari invece l'affitto "salirebbe" a 86,89 euro; per altri 6 si attesterebbe a 95,74; 97,81 invece il canone che dovrebbe corrispondere un singolo nucleo, mentre altre tre famiglie dovrebbero corrispondere ciascuna un canone di 208,39 euro; in altri due casi invece l'affitto da pagare "salirebbe" a 242,58, Infine, il caso più eclatante riguarda un appartamento e relativo affittuario che dall'attuale fascia A passerebbe nella nuova fascia F4 con un affitto che dagli attuali 7,75 euro mensili si "trasformerebbe" in un canone mensile di 729,40 euro. Una differenza, a guardare bene, sconvolgente. Soprattutto se si pensa alle migliaia di persone ancora in attesa di una casa e che davvero avrebbero più titolo, e diritto, ad ottenerne una proprio dell'Ater. Nel censimento condotto dall'Ater Roma e dalla successiva verifica dei dati incrociati con Agenzia delle Entrate e Anagrafe, su 12.565 inquilini che dichiarano redditi difformi, 1.119 sono gli occupanti senza titolo, ovvero di chi non potrebbe abitare in un alloggio popolare. Anche in questo caso il reddito dichiarato all'Ater dagli "abusivi" ammonta a 7 milioni 508.822 euro; per gli stessi risulta invece un reddito complessivo pari a 12 milioni 804.944 euro, con una "discordanza" di importo a scapito dell'Ater di 5 milioni 296.122 euro. «Avvieremo tutte le procedure necessarie per ripristinare la legalità e per tutelare l'azienda e tutti i contribuenti onesti contro chi pensa di poter utilizzare la cosa pubblica come fosse affar proprio - ha annunciato il presidente Ater Roma, Prestagiovanni - le misure da noi individuate sono: l'avvio dell'azione penale; decreti di rilascio dell'alloggio; ricalcolo del canone; recupero delle somme dovute; avvio delle procedure civili e contabili per il risarcimento di tutti i danni economici subiti dall'azienda e, infine, l'identificazione dei soggetti "non censiti" negli alloggi Ater». Il coperchio è stato sollevato, non resta dunque che passare dalle parole ai fatti.

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