Clini: Corcolle è archiviata. Riparte il valzer delle discariche
Che cosa accadrà adesso? Una cosa è certa: la palla adesso passa al prefetto Goffredo Sottile, a cui il Consiglio dei ministri ha conferito l'incarico di gestire l'emergenza rifiuti a Roma «considerando l'estrema urgenza di procedere all'individuazione della discarica necessaria a dare soluzione al problema della gestione del ciclo integrato dei rifiuti della Capitale», spiegano da Palazzo Chigi. Un'altra cosa è poi certa: a Corcolle non si farà nessuna discarica. Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini lo assicura nella maniera più categorica: «La valutazione che avevamo già anticipato, così come quella del ministero per i Beni culturali, è stata accolta dal Cdm», aggiunge. Su Corcolle «c'erano problemi ambientali oggettivi che non consentivano di procedere - spiega Clini - Il sito non è sicuro perché il terreno è tufaceo quindi molto permeabile al percolato. Il prefetto Pecoraro aveva lavorato sull'ipotesi che il sito potesse essere attrezzato con opere d'ingegneria importanti. Ma i costi e i tempi» non erano compatibili con un'ipotesi del genere. A ciò bisogna aggiungere, spiega inoltre il ministro, la vicinanza di villa Adriana e la ricchezza del bacino acquifero della zona. Quanto alle dimissioni del prefetto Giuseppe Pecoraro, «non abbiamo avuto alcun torneo dentro il governo - assicura Clini - Siamo un governo tecnico e ci siamo basati su un'analisi tecnica». Per collocare una discarica il terreno ideale è quello argilloso. Per questo le ipotesi al momento più praticabili sono tre: Monte Carnevale, Monti dell'Ortaccio e Pian dell'Olmo (gli ultimi due di proprietà di Manlio Cerroni, patron della discarica di Malagrotta che, in scadenza il 30 giungo, verrà proprogata sino a fine anno). Meno praticabile l'ipotesi Allumiere. Monti dell'Ortaccio e Monte Carnevale sono mlto vicini a Malagrotta, un fattore positivo secondo i tecnici per due motivi. Primo: perché vicini agli impianti di trattamento. Secondo: perché i lavori di scavo necessari alla realizzazione della discarica faciliterebbero la bonifica di Malagrotta. Non mancano poi le perplessità sull'effettiva necessità di una discarica. Su 4.500 tonnellate al giorno di rifiuti prodotti dalla Capitale, gli impianti di Tmb che lavorano al 60% ne smaltiscono solo 2.000 con una potenzialità di 3.000-3.300. Basterebbe portare a regime i quattro impianti (due dell'Ama e due di Cerroni) e costruirne un quinto per azzerare il tal quale. L'emergenza rifiuti nella Capitale si sarebbe comunque potuta evitare, secondo il ministro Clini: la situazione attuale è infatti «il risultato di una gestione sbagliata, contraria alle leggi e alle direttive europee, da parte della amministrazioni: Comune, Provincia e Regione. Non è una situazione di oggi, ma di anni. Roma e il Lazio avrebbero potuto attrezzarsi per tempo e questo elemento è importante per cercare le responsabilità, che non possono essere scaricate solo sul prefetto Pecoraro, che è arrivato per ultimo». «Bisogna far uscire Roma dalla schiavitù della discarica, che è la sua dannazione», che sottolinea che Roma «è una delle poche capitali europee» che ancora non ha un sistema integrato di gestione dei rifiuti. «Abbiamo poco tempo avanti» per affrontare e risolvere il problema. «Dobbiamo lavorare in fretta - sottolinea il ministro - ma si può ancora fare». Villa Adriana comunque è salva, come conferma il sottosegretario all'Ambeinte Tullio Fanelli: «La discrica non si farà perché dobbiamo avere delle priorità. Villa Adriana è un valore per i vostri figli ed è per loro che non possiamo fare la discarica». Per il sottosegretario l'Italia dovrebbe puntare «a non fare più discariche» e in proposito cita l'esempio della Germania, «dove soltanto lo 0,3% dei rifiuti, ossia uno su 300, finisce nella discarica. Dobbiamo essere capaci anche noi di arrivare a questo: ci vorrà tempo, dovremo organizzarci e imparare, ma dovremo arrivarci». I comitati antidiscarica di Corcolle e Villa Adriana possono tirare un sospiro di sllievo ed esultare.