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L'emergenza rifiuti è alle porte e se la discarica provvisoria destinata a sostituire Malagrotta non si ferà a Corcolle la Capitale a luglio vivrà una situazione simile a quella che hanno vissuto Napoli e la Campania.

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Perquesto tira dritto nel suo proposito di collocare il sito a due passi da Villa Adriana, nonostante la pioggia di polemiche che è piovuta addosso a lui e al presidente del Consiglio Mario Monti, l'unico a sostenere, insieme al ministro Cancellieri e al sottosegretario Catricalà, l'azione del commissario. Il prefetto però si sente più forte: dopo aver presentato a Palazzo Chigi studi tecnici e giuridici nuovi e favorevoli ha ricevuto da Monti il rinnovo della fiducia nel suo ruolo di commissario. E oggi ribadisce che lui, il suo compito l'ha svolto fino in fondo: «Mi sono assunto delle responsabilità. Ho fatto delle scelte. Ora tocca agli altri rispettarle o assumersi la responsabilità di far andare Roma in emergenza». Pecoraro fissa il cronoprogramma: «Nelle prossime ore arriverà il provvedimento di conclusione della conferenza dei servizi. Poi si andrà a gara europea entro fine giugno. Se c'è un progetto, prorogherò Malagrotta. Spero entro fine anno sia tutto pronto. Una decisione è stata presa e non mi risultano altri confronti con il governo o con le istituzioni locali». Chiaro il riferimento alla richiesta di Alemanno di un ulteriore incontro sulla questione. Le amministrazioni locali restano divise. Al fianco del prefetto e a favore di Corcolle resta solo la governatrice della Regione Renata Polverini: «In questo momento le decisioni le deve assumere Pecoraro. La fase è delicata, forse sarebbe opportuno aspettare che il governo maturi al proprio interno una decisione condivisa. Sono preoccupata per le proteste». Sempre contrario il sindaco Gianni Alemanno: «Bisogna approfondire. La mia contrarietà l'ho già espressa. Ora attendiamo le decisioni da chi è stato incaricato da parte del governo. Spero si arrivi entro domani a una scelta definitiva. Bisogna pensare anche all'impatto agricolo e non solo a quello ambientale», perché c'è la possibilità che le aziende agricole biologiche dell'area possano organizzare una sorta di sciopero fiscale. E poi c'è il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che sbotta: «Siamo contrari a Corcolle, e lo ribadisco. Ma mi fa schifo chi oggi aggredisce il prefetto, unico a prendersi responsabilità in mezzo a persone e istituzioni ipocrite che non hanno fatto il loro dovere e si trincerano dietro ai "no" dell'ultim'ora. È una sconfitta continuare a discutere di discariche: un tema che non dovrebbe esistere ma che purtroppo c'è perché qualcuno non ha fatto il proprio dovere». «Diciamo no alla discarica di Corcolle, a pochi metri da Villa Adriana. Chiediamo al governo di fermare il progetto e di non violare l'articolo 9 della Costituzione che impone la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico - dicono i deputati Pd Enrico Gasbarra e Michele Meta - La denuncia e le dimissioni del professor Andrea Carandini rappresentano l'ultimo grido d'allarme. Se ci troviamo a discutere ancora di un nuovo sito per la discarica lo si deve all'incapacità e all'irresponsabilità di Alemanno e Polverini». Il pressing su Monti quindi prosegue. Protestano contro Corcolle Federlazio e Touring Club. Il patron di Malagrotta (che dovrà chiudere) Manlio Cerroni perora in una lettera a premier e ministri la causa del suo sito di Pian dell'Olmo. Anche l'Assemblea Capitolina, per iniziativa del presidente della commissione Urbanistica Marco Di Cosimo, scrive a Monti per scongiurare l'ipotesi corcolle: la lettera è stata firmata ieri da tutti i presenti in Aula, sia di centrodestra che di centrosinistra. La mozione antidiscarica verrà invece votata lunedì in Campidoglio. Pecoraro però dritto: «Questa è la mia parte e l'ho fatta. Poi se ci sono degli ostacoli di carattere giuridico o di opportunità lo saprò. Ma se ci sono ostacoli o impugnazioni del provvedimento ognuno diventa responsabile delle proprie azioni».

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