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Pensionati, studenti e impiegati In 200 per salvare l'ambiente

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La città che si rimbocca le maniche senza niente in cambio

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MariaTeresa, impiegata in pensione, è «un'amante da sempre della tutela del verde che non si rassegna al degrado in circolazione». Duilio, da anni impegnato nella salvaguardia del Parco della Caffarella come membro di un'associazione naturalistica, adesso vuole impegnarsi ancora di più «perché a Roma si è perso il senso civico», dice «ed è importante riprendere in mano la situazione dal basso». Hanno tutti un comune denominatore: da ieri sono ufficialmente «volontari dell'ambiente», con fratina verde indosso e rastrello in mano. Hanno appena iniziato un animatissimo corso di formazione per porre comprendere al meglio le giuste modalità per rimboccarsi le maniche. Franco è uno di loro, guardia ambientale che non rinuncia a «mettersi al servizio della Città Eterna, visto che, sul fronte istituzionale, l'organico è ridotto e i problemi non mancano». I volontari dell'ambiente sono giovani, meno giovani, pensionati, lavoratori, esperti del ramo e non. Una squadra di cittadini al servizio della pulizia di Roma. Ieri, alla Casa del Giardinaggio, all'interno del vivaio di San Placido in via Ardeatina, si sono radunati i primi 200 iscritti all'Albo dei volontari dell'Ambiente. Un'iniziativa promossa dal Campidoglio attraverso un bando (ancora aperto) nato per rendere organico il movimento civico per la riqualificazione urbana, mobilitando centinaia di cittadini e numerose associazioni. Internet e passaparola hanno aiutato a diffondere l'iniziativa di volontariato civico attivo. I volontari collaboreranno ad azioni di recupero del decoro, supporteranno attività per la custodia e vigilanza nei parchi e daranno una mano alle squadre speciali di Ama, Multiservizi e Servizio Giardini. Non saranno pagati, ma avranno a disposizione la dotazione strumentale e un'assicurazione su eventuali infortuni. «Su come muoversi sul degrado, nei quartieri c'è spesso disinformazione - spiega Carlo, uno dei 200 designati - Voglio impegnarmi per Torre Angela, dove vivo, perché penso che la maleducazione possa essere limitata con un intervento comune». È d'accordo Marina, di Casalbertone, che sottolinea: «Questo è anche un modo per aiutare il Comune sul versante dei costi». Per Wanda, pensionata, invece, si tratta di un «ultimo tentativo: sul decoro di Roma non sappiamo più che fare. Spero che scendere in campo noi cittadini serva a qualcosa. Parlo soprattutto per la zona Nomentano-piazza Bologna, l'area in cui risiedo e dove ne vedo di tutti i colori». Carlo vuole «difendere il valore della natura a tutti i costi». Alessandro è un giovane ragazzo, un po' spaesato: «Pensavo ci fosse almeno un rimborso per noi volontari (è previsto solo il pagamento dell'assicurazione per infortunio, ndr). Ho lavorato in protezione civile e in alcuni vivai di Roma. Ho voluto essere volontario perché è un servizio che mi sta a cuore per la mia città. Dove vivo, a Monte Mario, ci sono ancora disagi dovuti alla scorsa nevicata». Sono loro «le sentinelle di una nuova cultura del verde», come li ha battezzati l'assessore capitolino all'Ambiente, Marco Visconti, portando il saluto del sindaco impegnato a Settecamini: «Il messaggio che deve passare è quello secondo cui anche ciò che sta fuori casa nostra ci appartiene. Dobbiamo ritornare all'educazione civica che ci insegnavano a scuola, per ridurre i costi. Lo faremo insieme».

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