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La scissione Pdl parte da Roma Si punta alla federazione

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Irisultati dei ballottaggi, la campagna elettorale per Roma Capitale che si avvicina e, l'esigenza di una proposta politica e programmatica diversa sono all'ordine dei lavori di un partito che, probabilmente, si dovrà trasformare in tempi brevissimi in un'altro soggetto. L'azzeramento dei vertici locali, come chiesto da una parte della base, può rilanciare l'azione politica ma non sarà risolutivo. Lo hanno capito bene alcuni "colonnelli" ex Fi ed ex An che sarebbero già pronti alla scissione. Le "giovani leve" azzurre punterebbero a proporsi come il nuovo partito moderato in città, mentre i "big" di An recupererebbero quell'identità di destra appannata da esigenze di voto e di governo. La scissione ci sarà ma nell'ottica di un nuovo soggetto . Ai vertici nazionali la decisione finale, ovviamente, ma proprio nella Capitale potrebbe partire il laboratorio per una "federazione" in grado poi di rilanciare un progetto nuovo per Roma e per il Paese. Non si tratta di un'operazione fine a se stessa, insomma. Un po' come l'Ulivo nato proprio dagli scranni capitolini. La nuova federazione, secondo alcune linee dettate dall'alto ma ancora lungi dall'essere definite e meno che mai definitive, punterebbe ovviamente su quella parte della società civile che sembra essere in grado di recuperare consensi. Una chance importante allora per conquistare quel 37% di indecisi e dunque la vittoria. Spunti e appunti questi sui quali le segreterie locali stanno lavorando anche in vista di un congresso, slittato a fine giugno, sul quale molti si iniziano a interrogare. Che senso avrebbe eleggere nuovi segretari se il partito è destinato a sciogliersi? Ma soprattutto, la creazione di un nuovo soggetto politico, dicono in molti, implicherebbe un candidato sindaco diverso da Gianni Alemanno. Una personalità in grado non solo di rappresentare una svolta "civilistica" ma di sintetizzare quella politica oggi preclusa. La Destra di Storace in primis e l'Udc a seguire. Partiti ora all'opposizione del sindaco e che, come dichiarato più volte, disponibili a un'alleanza per le comunali ma con un candidato diverso. Un'opportunità che tuttavia diventerebbe secondaria nel caso in cui la nuova federazione e il sindaco Alemanno riescano a cogliere l'elettorato indeciso o addirittura ad aprire al partito di Grillo. A dirlo ieri lo stesso primo cittadino: «Quando capiremo chi sono i grillini romani non avremo difficoltà a parlare e collaborare con loro nell'interesse della città». Una scommessa che tuttavia si vincerà, o si perderà, ad urne già chiuse.Sus. Nov.

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