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I dipendenti del Tribunale di Roma non ce la fanno più.

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Mancail materiale di cancelleria, tanto che molti dipendenti sono costretti a provvedere a loro spese e, tra l'altro, manca anche la carta igienica nei bagni. Per questo motivo il 20 giugno prossimo, se non ci saranno «risposte concrete ed esaustive» alle richieste che il sindacato Usb-pubblico impiego, promotore della proclamazione dello stato di agitazione, si appresta ad inoltrare al dirigente del personale e al presidente del Tribunale, ci sarà il blocco dell'attività e un'assemblea sit-in che durerà l'intera giornata. Delle 1270 unità inserite nella pianta organica, risultano in servizio - affermano i responsabili dell'Usb - 923 dipendenti e di questi 80 andranno in pensione entro la fine dell'anno. A fronte della diminuzione di organico - aggiungono - aumentano i carichi di lavoro con l'attribuzione a personale ausiliario di mansioni non previste dall'ordinamento professionale e, in molti casi, di esclusiva pertinenza del personale di cancelleria. Tra le richieste dei dipendenti la riduzione dell'orario di apertura al pubblico in quanto la riduzione del personale - concludono i sindacalisti dell'Usb - non consente di garantire il servizio. Non è la prima volta che vengono denunciate carenze organiche nel palazzo di Giustizia più grande di Europa. Anche in passato, infatti, personale amministrativo ha puntato il dito contro la difficoltà a lavorare in condizioni di questo tipo, sostenendo che da tempo è costretto a svolgere mansioni che non gli spetterebbero e che non è la prima volta che alcuni dipendenti devono acquistare penne e blocchi di carta, ad esempio, a loro spese per poter lavorare. Anche il problema della carta igienica andrebbe avanti da diverse settimane, tanto che nei quasi venti bagni degli uomini dell'edificio A è impossibile trovare anche fazzoletti di carta a parete.

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