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Le minacce al bar e sul telefonino «Se non paghi ti sparo in testa»

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«Tifaccio gambizzare da pregiudicati di Torrevecchia». Oppure: «Faccio parte di un gruppo criminale di Primavalle. Posso farti uccidere o ferire». Leggendo l'ordinanza richiesta dal pm Francesco Minisci ed emessa dal Gip del Tribunale di Tivoli, parlavano così i presunti cinque usurai. Loro si sarebbero definiti «benefattori». Brava gente: aiutavano chi era in difficoltà. L'imprenditore lo chiamavano «il Conte», nome col quale è stata battezzata l'operazione dei carabinieri. I soggetti indagati pare non fossero collegati tra di loro, non costituivano un'organizzazione. E neppure risulta che facessero parte di sodalizi criminali. Però si esprimevano in termini che dicono altro e molto di più. Non risulta che gli arrestati lavorassero, ma alcuni di loro vengono indicati dietro altre attività commerciali. Come Claudio Celano, gestore di fatto del bar «Acquedotto». O Mario De Palo, collegato al ristorante «I peperoncini», a Cesano. Le minacce potevano fare paura davvero. Come quella del novembre 2011. Secondo l'accusa, Celano avrebbe puntato la pistola contro l'imprenditore buttandola a ridere: «Sto scherzando». Lo avrebbe minacciato via sms sul cellulare. Enrico Lepri avrebbe detto che lo poteva «gambizzare avvalendosi della collaborazione del coindagato Pasquale Rimoli». Sergio Munzi, invece, «gli presentò un egiziano che si occupava di far "recuperare crediti" anche con atti di violenza». Pasquale Rimoli, che in un'agenda avrebbe scritto di essere un usuraio, «minacciava il denunciante sostenendo di far parte di un gruppo criminale estremamente pericoloso responsabile di alcuni omicidi accaduti a Primavalle». «Denunciate - è l'appello del maggiore Ciro Niglio - Chi è vittima dell'usura non deve pensare che ormai non c'è più niente da fare. Non deve tacere e subire. Gli usurai si possono smascherare, ma è necessario che chi patisce il reato denunci. Si rivolga al 112, alla stazione del suo centro, alle forze dell'ordine. Ma esca allo scoperto». Rilancia il messaggio pure il delegato comunale alla Sicurezza, Giorgio Ciardi. Fa un paluso all'operazione dei carabinieri e garantisce «cittadini e operatori nel contrasto di racket ed estorsione. Favoriamo la denuncia di simili situazioni». Insiste anche il presidente della Commissione Politiche sociali e famiglia, Giordano Tredicine: «Il Dipartimento Promozione dei Servizi sociali e della Salute, in collaborazione con l'associazione Animec ha aperto uno sportello anticrisi inserito all'interno dei servizi del progetto Sanifam, attivo da oggi in via sperimentale presso l'Urp (06-67105359)». Fab. Dic.

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