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Nove anni ai picchiatori del rione Monti

Via Leonina, i luoghi dell'aggressione ai danni di Alberto Bonanni (nella combo in una foto tratta dal suo profilo Facebook) a Rione Monti (Foto Gmt)

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Non ha potuto ascoltare la sentenza di condanna contro alcuni dei suoi aggressori. Il musicista Alberto Bonanni, picchiato nel rione Monti lo scorso giugno, è infatti ancora in coma, per i calci, i pugni e i colpi con un casco inferti da un gruppo di ragazzi. E proprio alcuni di loro ieri hanno invece sentito il verdetto del gup Anna Maria Fattori, che ha inflitto nove anni di galera per tentato omicidio aggravato dai futili motivi nei confronti di Carmine D'Alise e Christin Perozzi, accusati di aver aggredito il chitarrista la notte tra il 25 e il 26 giugno. Lo stesso giudice ha poi rinviato a giudizio gli altri quattro imputati: Emiliano Brugnoli, Brian Bottigliero, il pittore Massimiliano Di Perna e Mario Biscossi. Questi si dovranno sedere di fronte ai giudici della decima sezione del Tribunale il prossimo 26 settembre perché, secondo l'accusa, avrebbero partecipato al pestaggio di Bonanni. Di Perna, di 47 anni, è colui che fece partire il blitz - in base alle indagini effettuate dal pm Sereni - «dapprima minacciando, inseguendo e aggredendo con un bastone Bonanni e altre persone in compagnia del medesimo, che ne avevano asseritamente disturbato il riposo; quindi suscitando, per il tramite di Biscossi, l'intervento degli altri correi in suo aiuto». Di Perna, inoltre, secondo quanto scritto sul capo d'imputazione, sarebbe rimasto «sul luogo durante il pestaggio e continuando a insultare e aggredire gli astanti del gruppo di Bonanni, così da un lato stimolando e rafforzando il proposito criminoso dei correi e dall'altro distogliendo dal soccorso al Bonanni». «Non ci aspettavamo una pena così dura - hanno affermato gli avvocati Fabrizio Gallo e Luigi Favino, che assistono i due imputati condannati - anche perché non si è tenuto conto della perizia effettuata in sede di incidente probatorio secondo cui Alberto Bonanni già soffriva di un tumore alla testa quando fu aggredito e i colpi subiti non ebbero alcuna influenza sulla neoplasia». Dal canto suo, l'avvocato di parte civile, il penalista Gaetano Scalise, ha espresso soddisfazione «per quando deciso dal gup che ha recepito l'impostazione del pm e le nostre richieste. Speriamo che questa decisione serva a far capire che non si risponde con una violenta aggressione a persone inermi quando si ha un po' di confusione sotto casa». Il giudice dell'udienza preliminare nei confronti dei parenti ha infine disposto una provvisionare immediatamente esecutiva di cinquantamila per ciascun genitore e di trentamila per la sorella.

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