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All'alba scatta il blitz patenti facili

Un posto di blocco dei vigili urbani

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«Ma chi te l'ha data la patente?». Era la domanda retorica rivolta agli automobilisti incapaci, praticamente un insulto in forma interrogativa. Nel caso di molti stranieri, soprattutto cinesi, che scorrazzano tranquillamente per la metropoli sulle quattro ruote, invece, la domanda è più che opportuna. Non pochi, infatti, hanno in tasca una licenza di guida ottenuta irregolarmente. Per «pizzicarli» la Polizia Municipale ha organizzato un'operazione di controllo a setaccio. Risultato: 15 patenti ritirate, 50 contravvenzioni per violazione del codice stradale elevate. Il blitz, organizzato dal vicecomandante Antonio Di Maggio e coordinato dal funzionario del reparto Operativo del Gruppo sicurezza pubblica Sergio Ierace, è scattato all'alba e ha coinvolto cento uomini. Con loro c'era anche il delegato alla sicurezza del sindaco, Giorgio Ciardi. Gli agenti hanno stabilito posti di blocco a Porta Maggiore, via dell'Omo, piazza Vittorio, via Portuense (altezza Fiera di Roma) e via Tiburtina. Nella loro rete sono caduti 14 cinesi e un bengalese, traditi dalla loro scarsa conoscenza dell'italiano. Sì, perché ai fermati è stato chiesto di sottoporsi a una sorta di test volante nella lingua del Paese che li ospita, compilando un modulo con nome, cognome, dati anagrafici e riferimenti all'esame di guida. I quindici non l'hanno superato. Spesso non sapevano neanche una parola nell'idioma di Dante e, quindi, non potevano aver conseguito regolarmente l'esame alla motorizzazione, come invece dimostrava il documento che avevano esibito. In realtà, già da un anno, gli investigatori sapevano che esisteva un giro clandestino per il rilascio di patenti agli stranieri, che pagavano per il «favore» dai 2000 ai 4000 euro. A ottobre sempre la polizia locale di Roma Capitale aveva portato a termine un'indagine coordinata dal pm della Dda Carlo Lasperanza che aveva consentito di sequestrare cento patenti rilasciate illecitamente. Durante le indagini erano state nascoste videocamere negli uffici della motorizzazione, scoprendo che i titolari avevano ottenuto il documento grazie alla complicità degli ingegneri e di alcune agenzie di scuole guida. I trucchi erano diversi. In un'occasione gli ingegneri si mettevano accanto al candidato munito di smart card e all'opera su uno schermo «touch». Poi, facendo scattare la penna con un clic, suggerivano la risposta «vero», con due, quella «falso». In un altro, si chiudeva temporaneamente la sessione d'esame, l'aspirante guidatore lasciava la smart card nel computer e usciva dall'aula mentre l'ingegnere compilava le risposte al posto suo. in un altro ancora, l'ingegnere si faceva dare la card dal candidato e, dopo aver cancellato le sue risposte, le sostituiva con quelle giuste. Ieri i vigili si sono divisi in cinque squadre e hanno fermato circa 350 veicoli, verificando che 15 dei conducenti erano a digiuno d'italiano. Applicando un semplice sillogismo (senza sapere la lingua non si può aver superato la prova teorica) e in attesa di controlli più approfonditi, è scattato il ritiro della patente. Alemanno si è complimentato con i vigili e con Di Maggio per il blitz: «Patenti e assicurazioni regolari e la guida non sotto l'effetto di stupefacenti o alcol sono la prima garanzia per lottare seriamente contro la piaga delle tragedie sulla strada - ha sottolineato - Operazioni del genere rappresentano una garanzia a tutela di tutti gli utenti della strada».

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