Ultrà alleati per scatenare l'inferno
L'allerta è massima. La preoccupazione che possano scoppiare atti di violenza è molto alta. E altrettanto incisive sono le attività di prevenzione per evitare il peggio. Al centro dell'attenzione dell'intelligence è la partita di calcio per la finale di Coppia Italia che si giocherà allo stadio Olimpico domenica sera. La sfida per aggiudicarsi il trofeo è tra la Juventus e il Napoli. Un match che ha portato le forze dell'ordine da giorni a valutare quale misure di sicurezza prendere per evitare, innanzittutto, il contatto tra gli ultrà delle due tifoserie. Non solo. Gli stessi investigatori non escludono anche altri aspetti molto preoccupanti, come ad esempio la possibilità che anche il tifo organizzato della Roma e della Lazio possano attendere la competizione per compiere atti di violenza fuori dallo stadio anche se in campo non ci saranno le rispettive squadre. Sarebbe infatti soltanto un pretesto per scendere in strada con mazze e sassi da lanciare sia contro le divise che presidieranno la zona sia contro gli ultrà campani. Quest'ultimo aspetto è dunque, al momento, uno degli elementi di maggior timore per chi deve gestire l'evento dal punto di vista della sicurezza. C'è anche chi, tra le forze dell'ordine che dovranno indossare la tenuta antisommossa, teme che possano esserci non solo scontri nella zona circostante lo stadio Olimpico, ma che i tafferugli possano scoppiare anche in strade più distanti dal campo. Come quando furono presi d'assalto addirittura i blindati della polizia e le caserme vicine all'Olimpico cinque anni fa. Per evitare che avvengano episodi del genere, ieri mattina c'è stato un tavolo tecnico negli uffici della Questura proprio per fare il punto sulla situazione e sulle attività di prevenzione da attuare per impedire alle tifosie di incontrarsi, soprattutto prima del fischio iniziale della gara sportiva, momenti in cui potrebbero verificarsi «agguati» tra ultrà. Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori anche un episodio che sarebbe avvenuto a Torino prima della partita Juventus-Napoli dello scorso aprile, occasione in cui un tifoso della squadra partenopea sarebbe stato aggredito. Sarebbe stato un episodio come tanti altri, ma in questo caso si sarebbe trattato dell'aggressione ai danni di un giovane di 29 anni disabile al 74 per cento che era seduto su una sedia a rotelle. Queste botte al ragazzo sarebbero infatti alla base di un'ulteriore preoccupazione per l'intelligence proprio per il presunto desiderio di vendetta da parte dei tifosi del Napoli. «Una cinquantina di juventini ha iniziato a lanciare bottiglie e sassi - ha dichiarato il ragazzo nella sua denuncia - una ragazza e un ragazzo si sono avvicinati a me per sfilarmi la sciarpa del Napoli. Non ho opposto resistenza, ho detto che ero disabile e che per questo non potevo correre, scappare. A stento cammino. Lei se n'è andata, lui invece mi ha colpito in pieno volto rompendomi gli occhiali e un dente. Un altro ragazzo ha ostacolato il mio aggressore consentendo agli agenti di fermarlo e identificarlo». E poi lo stesso disabile ha lanciato un appello. «Invito i tifosi del Napoli a non progettare alcuna vendetta. Bisogna isolare i teppisti e denunciarli, come ho fatto io». Dall'altra parte, comunque, c'è stata subito la risposta dei tifosi bianconeri: «Tutte balle. Mai toccato un disabile». Adesso, comunque, sarà compito delle divise tentare di impedire contatti tra gli ultrà che in migliaia arriveranno nella Capitale già dal primo pomeriggio.