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Su Acea nessun sequestro della democrazia

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Il numero legale cade alla prima votazione utile

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Iltema è sempre quello, delicatissimo, della vendita del 21% delle quote Acea. La notizia di una riunione del sindaco con capogruppo Pdl, presidende di commissione e alcuni membri del gabinetto per decidere come gestire i 160 mila emendamenti presentati dall'opposizione, seppure rientri nell'ordinaria dialettica d'aula, ha scatenato le ire delle opposizioni che gridano al complotto. La lettera del sindaco inviata proprio il giorno prima per l'apertura di un confronto su holding e Acea sembra già lontana anni luce. Duro il commento del sindaco: «Serve un ampio confronto ma non accetteremo alcun sequesto di democrazia - dice Alemanno - nessuno può pensare di paralizzare la vita dell'Assemblea capitolina. Io accuso l'opposizione, con questo metodo ostruzionistico di vecchia politica, di impedire le decisioni che devono essere prese dall'aula e di bloccare il bilancio. Non è tollerabile: non ci faremo intimidire e andremo avanti aprendo tavoli con parti sociali e forze politiche». In Aula, intanto, dove era attesa l'apertura delle votazioni proprio dei primi ordini del giorno, alla prima "campanella" è caduto il numero legale, e tra esponenti di maggioranza e opposizione continua il braccio di ferro. «Se davvero volete ragionare sulla delibera Acea, riducete gli emendamenti ad un numero ragionevole», ha incalzato il presidente della commissione Bilancio, Federico Guidi. Mentre le opposizioni - tra loro i consiglieri Gemma Azuni (Sel) e Umberto Marroni (Pd - hanno rivendicato il loro «diritto a fare opposizione nelle forme e nei metodi ritenuti giusti». Intanto, sul ritmo dei lavori d'aula, alcuni consiglieri Pdl hanno ricordato che «la scadenza per l'approvazione del Bilancio resta fissata al 30 giugno», richiamando alla «responsabilità» i colleghi dell'opposizione. Richiamo respinto al mittente, da parte di questi ultimi, che ascrivono la responsabilità di eventuali ritardi della discussione in aula e lungaggini varie «alla latitanza della maggioranza». Siamo ancora al gioco delle parti insomma. E mentre tutti gli esponenti locali di centrodestra e di centrosinistra esprimono solidarietà a Caltagirone, che ricordiamo detiene oltre il 16% di Acea, dietro le quinte si riflette sull'exit strategy per maggioranza e opposizione. Entrambe faranno un passo indietro.

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