Megastore La guerra ora è su quelli già approvati
Orasi tratterà di trovare il modo per fermare quelli che già sono stati autorizzati dalla precedente giunta e scriverlo nero su bianco nel nuovo piano del commercio. E per questo il sindaco ha chiesto ieri all'assessorato al commercio, a quello dell'urbanistica, alla Regione, alla Confcommercio e alla Confesercenti, di fare uno sforzo comune per scovare qualche cavillo giuridico che consenta di dire no ai costruttori. L'idea potrebbe essere quella di un cambio di destinazione d'uso delle superfici destinate alle attività commerciali, di cui più volte si è parlato in questi mesi di accesa discussione sul nuovo piano. Dall'incontro ieri con Alemanno, il presidente della Confcommercio Roma Giuseppe Roscioli e della Confesercenti provinciale Valter Giammaria, sono usciti visibilmente soddisfatti. Lo stop definitivo ai centri commerciali era stato chiesto a gran voce dalla Confesercenti, dalla Cna di Roma e poi anche dalla Confcommercio, ma il piano si è arrestato e ha visto l'intervento in prima persona del sindaco, quando a bocciarlo sono stati ben 17 municipi su 19 (quindi una bocciatura bipartisan), contrari all'idea di vedersi costruire sul proprio territorio delle grandi cattedrali del commercio. A quel punto la decisione del primo cittadino di rivedere il piano ha preso il sopravvento anche perché, oltre ai centri già approvati, per i quali come più volte ribadito dall'assessore al commercio Davide Bordoni «c'è poco da fare», nel piano sono previste altre superfici da poter destinare alle attività produttive. Quelle, pare che addirittura spariranno. Insomma, le associazioni di categoria si portano a casa un grande risultato. In questi giorni si terrano una serie di tavoli tecnici per continuare a confrontarsi, Alemanno ha chiesto che si trovi un accordo finale per il 30 maggio. «Siamo pronti anche a parlare con i costruttori – spiega Giammaria – conviene anche a loro pensare ad un cambio di destinazione d'uso delle strutture già programmate in questo momento di crisi». Incalza Roscioli: «Il blocco dei nuovi centri ci sembra la soluzione migliore viste le difficoltà che sta attraversando anche la grande distribuzione». Bisognerà vedere se i costruttori saranno d'accordo o se, in mancanza del loro assenso, si riuscirà a trovare il modo per metterli di fronte al fatto compiuto, magari appellandosi ad ostacoli di tipo ambientale o legati alla mobilità. Sulla questione non è rimasto in silenzio l'assessore Bordoni. «Tengo a precisare che questa amministrazione non ha mai avallato la creazione di nuovi centri commerciali – ha detto l'assessore dopo le polemiche delle scorse settimane – il problema è che ci sono accordi di programma già presi. La Regione dovrebbe intervenire sulla sua legge sul commercio mentre noi stiamo intervenendo sul Piano Regolatore Generale». Damiana Verucci