Alemanno e opposizioni Un tavolo per Acea
Iltempo che stringe. E, soprattutto, quei 160 mila emendamenti presentati dalle opposizioni che, tradotti, significano sforare i tempi del 30 giugno per l'approvazione della finanziaria e dunque portare la Capitale al commissariamento. Una situazione insostenibile. Questo è noto a maggioranza e opposizione. Ecco allora che il segnale del primo cittadino è arrivato. Una lettera ai capigruppo in cui Alemanno lancia un «appello alle opposizioni e alla loro responsabilità politica e istituzionale in questa sessione di bilancio che cade in un momento di crisi che colpisce tutto il Paese». Il passaggio più importante è sulla delibera 32, ovvero holding e vendita delle quote Acea. «La delibera incontra una viva opposizione da parte di alcuni gruppi dell'assemblea - scrive il sindaco -. Questa opposizione si è tradotta nella presentazione, chiaramente ostruzionistica, di 160.000 emendamenti e ordini del giorno, numeri mai visti prima. È necessario superare questa situazione con un atto di responsabilità che non può tradursi nella richiesta alla maggioranza di rinunciare a una scelta ponderata, che genera importanti introiti e che, nel caso Acea, risponde a una disposizione di legge. Nel merito c'è la nostra disponibilità a discutere forme e modi con cui migliorare questa delibera. Possiamo garantire in maniera più netta non solo la proprietà pubblica dell'acqua, mai messa in discussione, ma anche il controllo strategico di Acea. Possiamo inoltre studiare ulteriori interventi per massimizzare i ritorni economici, che possono raggiungere e superare i 300 milioni di euro da destinare a investimenti, evitando nuove tasse ai romani. È necessario aprire un tavolo di confronto che, senza mettere in discussione i due obiettivi della delibera, trovi una via d'uscita». La replica arriva, in una nota congiunta firmata da Marroni (Pd), Quadrana (Lista Civica), Azuni (SeL) e Alzetta (Roma in Action): «Il primo cittadino eviti di fare lo scaricabarile sulle opposizioni rispetto allo stallo dell'Assemblea capitolina che è sua responsabilità. Abbandoni la propaganda e se vuole seriamente aprire una discussione, come da noi richiesto da un mese, non ponga condizioni. Il sindaco apra il confronto anche con le forze sociali, tolga dal tavolo la delibera 32 e valuti le proposte alternative da noi avanzate e rimaste a tutt'oggi inascoltate». È ancora muro contro muro insomma. Anche se il silenzio di Udc e Destra fa tuttavia "sperare" in una maggioranza allargata e sufficente per uscire dall'impasse. Sus. Nov.