La crisi «deprime» anche il numero di incidenti
Loha sottolineato ieri il comandante dei vigili urbani. «Nei primi tre mesi del 2012 c'è stato un calo vistoso del numero di incidenti, intorno al 15-20%, da imputare in primis agli aumenti del prezzo della benzina, che ha spinto molti romani a usare i mezzi pubblici», ha spiegato Angelo Giuliani a margine della presentazione del Piano Integrato della Sicurezza Stradale all'Auditorium dell'Ara Pacis. Ma la Capitale detiene ancora un record negativo, quello dei morti sull'asfalto. Nel 2011, infatti, la città eterna ha fatto registrare oltre 37.000 episodi, dei quali 165 sono stati mortali. «Nello specifico - ha spiegato Giuliani - abbiamo rilevato 16.687 incidenti con danni alle persone. È innegabile, quindi, che Roma abbia la triste fama di essere la città maglia nera in Italia per numero di morti». Il comandante, però, invita a una corretta interpretazione dei dati. L'Istat rivela che nella metropoli circolano circa due milioni e mezzo di veicoli al giorno ed è la città più estesa dopo Londra. E «se si confronta Roma con le altre città italiane, alla fine non è poi così insicura come la si vuole far passare - ha aggiunto Giuliani - Il tasso di sinistrosità, ovvero il rapporto fra incidenti e macchine circolanti, è tra i più bassi, pari a 1/134». All'origine del fenomeno c'è, manco a dirlo, il mancato rispetto delle regole. Tra le violazioni più contestate in seguito agli incidenti, «la velocità non adeguata alle condizioni del luogo», il mancato rispetto della precedenza e il passaggio agli incroci con il rosso. A tale proposito, la polizia municipale, negli ultimi tre anni, ha elevato oltre 15 mila verbali. L'obiettivo principale del Piano presentato ieri è, appunto, ridurre del 50% il numero di morti, cioè raggiungere entro il 2020 un tasso di mortalità su strada non superiore a 3,8 morti ogni 100mila abitanti, valore in linea con i paesi europei più virtuosi come Svezia e Olanda. Tra gli strumenti che verranno adottatti dall'assessorato capitolino alla Mobilità e l'Agenzia per la Mobilità di Roma, che hanno elaborato il progetto, ci sono l'informatizzazione e la georeferenziazione dei dati, la creazione di una banca-dati degli interventi per la sicurezza, l'individuazione delle tratte critiche, la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali a rischio, la definizione di un modello per la manutenzione programmata delle strade e, infine, l'istituzione di zone con limite di velocità a 30km/h e l'aumento di controlli. «L'amministrazione in questi anni - ha spiegato Alessandro Fuschiotto direttore della struttura Progetti dell'Agenzia per la Mobilità - ha realizzato interventi su oltre 200 tra intersezioni, tratte stradali e attraversamenti pedonali, che hanno ridotto di oltre il 51% gli incidenti. Inoltre, su 100km di strade prioritarie si è intervenuto per fluidificare il traffico e per la messa in sicurezza». Il Piano ha anche individuato le vie più pericolose della Capitale. Ad aggiudicarsi il titolo di «direttrici a massimo rischio», via Ostiense, via di Tor Pignattara e viale Trastevere. Per i pedoni, invece, nel mirino dei vigili ci sono via Magnagrecia, via di Tor Pignattara e via Cassia.